“SCARPE ROSSE AL NORBERTO ROSA di SUSA”

di Martina Favro, Camilla Roccia, Alessia Taglianetti

Il 6 giugno 2013, noi ragazze della III B del Liceo delle Scienze Umane di Susa, abbiamo allestito un’installazione inserita nel progetto di Amnesty International Human Right Friendly school e ispirata al lavoro “Zapatos Rojos” di Elina Chauvet, che lo ha realizzato nel 2009 a Ciudad Juarez e poi in diverse città in Italia e in Europa.
Quest’opera rappresenta con l’elemento simbolico delle scarpe rosse, le donne che sono state vittime di violenza: ognuna di noi ha cercato il nome e la storia di una donna per non lasciare che venisse dimenticata.
Esistono diversi tipi di violenze: psicologica, fisica e sessuale. In classe  abbiamo approfondito questo tema dapprima con la professoressa Cristina Russo, la quale ci ha fatto leggere “Casa di bambola” di Henrik Ibsen e “Una donna” di Sibilla Aleramo per analizzare l’aspetto psicologico. In seguito con le professoresse Ombretta Coccolo e Doriana Tassotti e Inglese abbiamo indagato il problema dell’infibulazione, ovvero la mutilazione degli organi genitali femminili, una pratica purtroppo ancora molto diffusa.
La professoressa Laura Debenedetti ha coordinato il progetto dell’installazione:
ognuna di noi ha portato a scuola un paio di scarpe rosse e, assieme, ci siamo recate in uno spazio della scuola dedicato al progetto “Amnesty International”, dove il prof. Salvatore Lanza ha filmato l’intero allestimento: ogni ragazza, a turno, ha appoggiato le scarpe sul pavimento pronunciando il nome della donna che aveva scelto e con la quale in quel momento si identificava.
Successivamente sono state lette alcune parti della Convenzione di Istanbul e le battute finale di “Casa di Bambola”.
Con questo lavoro urliamo “BASTA” a questi atti che privano la donna della sua identità, dignità, libertà e, talvolta, della stessa vita.

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Scarpette rosse in piazza – per dire basta alla violenza di genere.

di Arianna Scebba e Letizia Trotta, II liceo classico, Liceo Norberto Rosa di Susa.

In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, vogliamo ricordare l’installazione Zapatos Rojos dell’artista messicana Elina Chauvet, presentata in piazza Castello a Torino – quarta città europea a partecipare al progetto dopo Milano, Genova e Lecce –  a cura di Francesca Guerisoli.

Centinaia di scarpe femminili tingono di rosso la pavimentazione, creando un percorso, una rete di solidarietà che vuole dire basta alla violenza sulle donne.
Ogni paio rappresenta una donna, la violenza subita.
Il rosso, che da simbolo della violenza stessa diviene metafora della forza, della volontà di opporsi ai maltrattamenti, dell’energia fisica e mentale.
Un rosso che non fa più male ma che permette alle donne di alzare la testa e lottare – non più donne cancellate dalla violenza di genere, di cui rimangono solo le scarpe, ma pronte a lottare contro vessazioni e ingiustizia.

Il progetto di arte pubblica rimanda alla situazione di Ciudad Juárez, città del Nord del Messico al confine con gli Stati Uniti. Qui, a partire dal 1993, gli atti di violenza sulle donne si sono moltiplicati.
Il fenomeno è stato preso in scarsa considerazione da autorità e media, ma è proprio a seguito di questa orribile e impunita violenza, dettata da una cultura maschilista, che, nel 2009, Elina Chauvet ha dato vita a Zapatos rojos.
È a Juárez che per la prima volta compare il termine “femminicidio”.

Al liceo Norberto Rosa di Susa stiamo raccogliendo e preparando le nostre paia di scarpe rosse per trasferire l’idea e l’installazione di Elina Chauvet nell’ambito del percorso della violenza contro le donne inserito nel progetto Human Rights Friendly School in collaborazione con Amnesty International, attivo presso l’Istituto segusino da quattro anni.
La performance degli studenti avrà luogo in data da destinarsi. Ne daremo notizia sul blog.

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Aggiornamento fotografico : “Visita alla Venaria Reale: Lorenzo Lotto e Mattia Preti, il cavaliere calabrese”

Aggiornamento fotografico in ALBUM fotografie della “Visita alla Venaria Reale: Lorenzo Lotto e Mattia Preti, il cavaliere calabrese”.

Articolo : “Visita alla Venaria Reale: Lorenzo Lotto e Mattia Preti, il cavaliere calabrese”

Foto :

– Mostra Lotto e Preti – Giovanni Perotto 3^E

– Mostra Lotto e Preti – Alice Doyle 3^E

– Mostra Lotto e Preti – Fabiana Bertolino 3^E

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Le CARTOLINE dell’estate PASS(i)ONI

Italo Svevo incontra la Marazza… oppure il contrario?

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Passeggio per Trieste e chi ti incontro? James Joyce !!

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Erano in tre! Ne manca uno! Chi è??? Saba!

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TV RIBELLE

RAI GULP 22 maggio 2013

Classi 2^L, 4^Bs con la prof.ssa Marazza

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PASSONI FINAL PARTY

Tutti quanti sappiamo suonare do, re, mi ma dobbiamo saper poi trovare da soli le altre note

Louis Armstrong

Tutti abbiamo visto almeno una volta “Grease” con la celebre scena della festa di fine anno… beh, noi non siamo stati da meno ed abbiamo organizzato la nostra bella “festicciuola” a base di musica e moda al Jazz club di Torino.

Si comincia con le studentesse del corso di moda e costume, le classi III, IV e V Cs più le classi III F e IV B, con un’autentica sfilata di moda, tutto made in Passoni (altro che Milano!) ideata e coordinata dalle docenti di indirizzo: Zanconato, Solfaroli, Lanza, Pontet e Bianco

A seguire la musica: dalle classi I e II del giovane indirizzo musicale (uno dei tre presenti in Piemonte) guidate dal professor Gobbi a professionisti come Isabella Isola a dimostrazioni amatoriali (“The house of the rising sun” di Damir d’Amico e “Zombies” di Alice Doyle).

Eccovi qui la tracklist completa del musicale:

What a wonderful world con la tromba di Vigorito Jacopo e l’arpa di Pozzo Iolanda,

Summertime con V.Jacopo, la batteria di Morello Anselmo ed il piano di Johnatan Sauchelli,

un Assolo di chitarra elettrica by Enrico Gagliano,

Mendelssohn, con il violino di Jasmin Borrielli ed il piano di Pierre Falvo,

Entr’acte con I.del pozzo ed il flauto di Daniele Dutto,

un brano per piano a quattro mani con Elena Maistrello e Paola Callegari per Dolly Berceuse,

E.Maistrello in singolo piano con una Notturna di Chopin,

Sweet child o’mine con le chitarre di Alessio Vercellino, Esa Abrate, Simone  Lucvarelli ed E.Gagliano, il tutto condito con la batteria di Nicola de Bernardi,

un duo di chitarre di E.Abrate e S.Lucarelli per Hanuman,

un nuovo assolo batteria-flauto di N.De Bernardi e Conrard Indre,

un brano Barocco al  piano di Giuliano Comoglio ed il sax di Domenico Giugliotta

e per  finire un “Hold my hand” (Atkon e Michael Jackson) con i violini di Sara Setzu e Rebecca Scuderi, il violoncello di Gabriele Marchese, con la batteria di N.De Bernardi e la chitarra E.Abrate .

La festa ha ottenuto il successo sperato con un vasto numero di ospiti tra clienti, professori, alunni e familiari con il professor Basso a presentare la serata e gli artisti.

Si spera che l’evento si ripeta e che sia ancora più bello ed ampio l’anno prossimo.

Gabriele Artusio, 3^E

Foto di Mario Toyoshima, Giovanni Perotto, Carlotta Marchigiano

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Installazione estemporanea

della 5^AS del LAM per salutare il loro docente di Restauro, Dario Colombo

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Ars Captiva e il liceo classico Cavour

http://www.camillo.torino.it/ars-captiva.html

 

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VARIAZIONI SUL TEMA DEL MOSTRO E DELL’EROE

della Professoressa Vilma Gabri e la 1^F del LAM PASSONI

Giovedì 13 giugno, dalle ore 9 alle ore 9.30, nella trasmissione “Fuori Onda – A scena Aperta” della storica emittente torinese Radio Flash (97.6), verrà presentato il lavoro di scrittura e grafica che ha portato alla creazione del libro (con la collaborazione preziosissima della prof.ssa Veronese), “Variazioni sul tema del mostro e dell’eroe”.

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Un tema lungo un anno.

La Prima F ha creato un libro sul mito del Minotauro
Questo lavoro è stato molto lungo e faticoso, ma sono quasi incredulo di essere uno degli autori del nostro libro
Ci abbiamo messo molto impegno e molto tempo
Dopo tante pagine corrette e ricorrette, siamo giunti al punto finale: il libro che parla dei nostri labirinti, dei nostri punti deboli ma anche dei nostri punti di forza
Ognuno di noi ha immaginato in modo diverso come si potevano sentire l protagonisti e potevamo anche immaginarci com’era fatto il labirinto e cosa accadeva al suo interno. Inoltre ognuno di noi ha potuto disegnare il labirinto
Mi è piaciuto cercare di immaginare che cosa il Minotauro avrebbe pensato o provato in quel momento. Immedesimarmi nei personaggi mi aiuta per capire una storia da diversi punti di vista
Non pensavo che da una semplice lettura e da un riassunto potesse venir fuori addirittura un libro
E’ stata una libera interpretazione di ciascuno di noi
Questo lavoro ci rappresenta come classe e come persone, è servito ad unirci
Divertente e bello creare una cosa in comunità
La creazione di questo libro ci ha fatti avvicinare molto e ci ha permesso di conoscerci meglio
Sono fierissima di questo libro perché ha contribuito tutta la classe, abbiamo lavorato insieme

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eroe

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“Visita alla Venaria Reale: Lorenzo Lotto e Mattia Preti, il cavaliere calabrese”

di Damir D’Amico

Venerdì 24 maggio 2013, con i docenti Basso, Testa e Colombo, alcune classi tra cui la 3^E si sono recate a visitare la Reggia di Venaria Reale, in occasione delle mostre su Lorenzo Lotto e Mattia Preti.
Due artisti diversi, sia cronologicamente che artisticamente: uno, Lotto, pittore attivo in provincia, in un periodo fiorente per l’Arte Italiana (il Rinascimento), che aveva i suoi punti cardine in Roma e Firenze; l’altro, Mattia Preti, il “cavaliere calabrese”, che incarnò al meglio l’idea del chiaro-scuro caravaggesco.
A seguire abbiamo visitato, oltre alla sfarzosa reggia anche una mostra su Roberto Capucci e i suoi abiti in cui si uniscono stravaganti accostamenti cromatici.

Ripensando a ciò che abbiamo visto, ai colori freddi e caldi di Lotto, riaffiorano immagini molto emotive, ad esempio la “Vergine Annunciata”, tema varie volte proposto dall’artista, in cui la fa da padrona l’inquietudine e lo stupore presenti sul viso della giovane, appena visitata da un angelo materiale e scultoreo.

Nei lavori del pittore veneto meritano di essere contemplati, per la cura minuziosa, i drappeggi delle vesti, caratterizzati da un alternanza di rosso e di blu.
Un esempio è quello delle “Nozze mistiche di Santa Caterina”(1523), una raffinata composizione in cui si notano simboli: la palma, simbolo del martirio della santa; e stranezze come la “sinistra” posizione del donatore ritratto alle spalle della Madonna, il quale non si capisce se esso sia un nano o inginocchiato.
Grazie al taglio presente sul cappello del donatore (committente) si può dedurre che il grigio sfondo (atipico per i pittori naturalisti e sempre attenti al paesaggio) venne aggiunto in un secondo momento a sostituire un paesaggio che avrebbe dovuto contribuire ad illuminare la scena.

Ma oltre a questo, l’opera di Lorenzo Lotto è da ricordare soprattutto per la miriade di temi trattati, tra cui quello del ritratto di cui mi viene in mente subito il “Ritratto d’uomo con guanti”, un volto che racchiude tutta la presenza del tempo che incombe, che segna il volto dell’anziano.

Ma parliamo ora di Mattia Preti, cavaliere dell’ordine di Malta, isola in cui visse cinquant’anni.
Da quell’isola passò anche Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1573-1610), che ebbe un’enorme influenza sulla pittura del calabrese, citato appunto tra i caravaggeschi insieme a Luca Giordano (di cui la mostra ospita qualche tela).
La differenza stilistica tra Caravaggio e Preti è molto sottile, ma la vita dei due fu una l’opposto dell’altra: Caravaggio, fuggiasco e perseguitato dalla sorte nonostante il suo enorme potenziale e Mattia Preti, onorevole cavaliere che nella vita ricevette fama e fortuna.
Ad aprire la mostra, un video introduttivo di Vittorio Sgarbi e una tela magnifica poche volte spostata per altre occasioni: ”Riposo durante la fuga in Egitto”(1595-96) di Caravaggio, una tela memorabile: l’angelo insolitamente di spalle che suona il violino per una Vergine dai capelli rossi che racchiude il figlio in un tenero abbraccio.
Accedendo alle altre sale si può vedere di che pasta era fatto Preti, con le sue imponenti tele a raccontare scene di vita quotidiana nelle locande (svariate somiglianze con la “vocazione di S.Matteo” di Caravaggio) o storie bibliche e di santi martiri, tutte figure che emergono dalle tenebre (lo sfondo scuro).
Tra le opere che già mi erano note c’era “Salomone offre incenso agli Dèi pagani” del 1675 (un episodio di idolatrìa da parte del re israelita) e “Giuditta e Oloferne” del 1656, in cui l’eroina si vede già vittoriosa, dopo aver decapitato il suo rivale nel sonno, il corpo senza testa in primo piano genera orrore e meraviglia al tempo stesso, per la luce (non solare ma divina) che tocca la nuda schiena dell’uomo e il viso della giovane.
Crude e reali sono le tele come il “Martirio di San Bartolomeo”; ”la Crocifissione di San Pietro” (come quella caravaggesca a Santa Maria del Popolo di Roma); “Cristo scaccia il Demonio”; ”Le figlie di Lot rendono il padre ebbro”, con lo sfondo raffigurante la distruzione di Sodoma e Gomorra, ecc…

Ritengo siano state due importanti mostre che celebravano la vita di due altrettanto importanti artisti che hanno saputo dare, ognuno nella sua epoca,  dimostrazione di maestria e grandiosità dei colori.

 

Foto :

 Mostra Lotto e Preti – Giovanni Perotto 3^E

Mostra Lotto e Preti – Alice Doyle 3^E

– Mostra Lotto e Preti – Fabiana Bertolino 3^E

Video introduttivo di Vittorio Sgarbi :

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