

Per il secondo anno consecutivo, le allieve dell’indirizzo Design della moda, hanno partecipato a tre mattinate di formazione e orientamento, incentrate sulla storia di Salvatore Ferragamo e dell’eredità della Fondazione a lui dedicata. Ottavia Guenzi insieme a Tommaso Pieri, dell’ufficio direzione museo Ferragamo, hanno introdotto più tematiche collegate alla storia del brand che è anche una favola d’altri tempi, una storia d’amore e d’imprenditoria. Il museo itinerante, le donne nel mondo, le catene migratorie in tempo di guerra, l’ artigianato industriale, la moda al tempo del fascismo, il total look di Ferragamo, raccontati con video e immagini, hanno incuriosito le studentesse delle classi 4C-4I e 4F, particolarmente interessate agli argomenti trattati.Tommaso Pieri ha introdotto più tematiche tra cui la donna e lavoro nel decennio 1955-1965 riferito alla mostra “Donne in equilibrio” allestita nelle sale di Palazzo Spini Feroni, la sede attuale di Ferragamo mentre Ottavia Guenzi ha raccontato la storia museo della fondazione. La proiezione di alcuni docufilm hanno illustrato le peculiarità della Fondazione diretta da Stefania Ricci tra cui l’archivio che conta quindicimila scarpe, duemila borse, cinquemila capi di abbigliamento e seicento documenti e opere d’ arte. La storia di Salvatore Ferragamo è quella di un bambino prodigio che in tenera età determina il suo destino. Partito da Bonito, un paesino vicino ad Avellino, figlio di contadini, Salvatore costruisce le sue prime scarpe per la comunione. Quando approda ad Hollywood come calzolaio delle stelle studia Anatomia per creare la scarpa più bella al mondo. La crisi del 1929 in America e le ripercussioni in Italia con lo scoppio della Seconda guerra mondiale non impediscono a Salvatore Ferragamo di riprendere, dopo il fallimento nel 1933, la sua attività produttiva. La sperimentazione di nuovi materiali autarchici durante il fascismo rilanciano il mercato delle calzature su misura non solo per le donne italiane e americane. Vanda Miletti, la giovane moglie di Salvatore, lo seguirà fino alla sua morte, per prolungare la durata del successo imprenditoriale dell’azienda Ferragamo, ben oltre il decennio del miracolo economico. Insieme ai suoi cinque figli amplia le linee di produzione delle calzature d’arte con quella delle borse, dell’abbigliamento, dei foulard, dei profumi esaltando così il concetto di bellezza femminile e di perfezione maniacale artigianale, imparata sul campo. Una donna che ha saputo esistere e resistere, un’ imprenditrice vissuta in un’epoca in cui essere l’ invisibile non ha condizionato la sua determinazione per proseguire, nel tempo, il successo aziendale e familiare. m.p.







