di Giulia Carletta 3^D
del Primo Liceo Artistico Statale di Torino
Nello splendido salone dei Pannelli cinesi della fondazione Accorsi-Ometto, è esposta , in occasione della mostra Sacro alla luna curata da Gianfranco Fina, una collezione di argenti sabaudi realizzati dalle maestranze piemontesi nel XVIII secolo.
L’esposizione sarà aperta fino al primo luglio 2012.
L’argento è un materiale noto sin dall’antichità per le sue proprietà, la duttilità e la malleabilità, appena più duro dell’oro. Il suo nome deriva dal greco “argos”, che significa brillante, proprio per il suo eccezionale potere di riflettere la luce.
Simboli di raffinatezza e prestigio, i servizi in argento non potevano mancare sulle sfarzose tavole nobiliari del Settecento, vere e proprie opere d’arte che incantavano con i loro bagliori i commensali.
Della collezione esposta fanno parte oltre duecento pezzi realizzati tra i primi anni del Settecento e il 1796. Numerose sono le zuppiere decorate con soggetti ispirati alla caccia e al mondo animale, tra cui la coppia realizzata da Paolo Antonio Paroletto, maestro argentiere di grande fama, con trofei di caccia, cinghiali e fagiani. Sono esposte anche una decina di caffettiere; tra le più importanti è quella decorata con testa di cervo ispirata al celebre cervo di Ladatte, che fa parte di un servizio realizzato perla Palazzina di Stupinigi.
Dell’esposizione fanno parte anche preziosi pezzi unici realizzati dagli argentieri piemontesi per importanti famiglie aristocratiche russe. Al seguito di un soggiorno a Torino, il futuro Zar Paolo I e la sua consorte, ospiti di Vittorio Amedeo III, furono notevolmente colpiti da questa preziosa arte, tanto da richiedere a numerosi artisti di inviare diverse opere a Mosca e San Pietroburgo. Gli argentieri realizzarono per gli illustri committenti il “servizio Turinskij”, originariamente composto da 220 pezzi: alla Fondazione è esposto il rinfrescatoio, oggi di proprietà di un collezionista, uno dei cinque pezzi giunti fino a noi; i quattro restanti sono attualmente custoditi al museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Numerose sono anche le tazze da puerpera, tazze donate alle giovani partorienti dai mariti : era usanza e di buon auspicio che la donna consumasse il primo pasto dopo il parto proprio in queste piccoli capolavori di artigianato.
Caffettiere, vassoi e piatti finemente decorati secondo il gusto Barocco che nulla hanno da invidiare alle opere dei più grandi maestri parigini, rappresentano un enorme patrimonio artistico della nostra Regione. Il Museo offrirà numerose attività e incontri.
Tra i prossimi appuntamenti, in occasione di Cioccolatò, dal 2 all’11 marzo, alle 16.00 sarà possibile andare alla scoperta dei segreti e delle tradizioni delle tavole Settecentesche, su cui non poteva mai mancare la cioccolata : vero e proprio status symbol dell’epoca.
Visitabile è anche l’esposizione permanente della collezione Accorsi-Ometto : dipinti, mobili e oggetti collezionati negli anni dal facoltoso antiquario Pietro Accorsi, hanno trovato collocazione nello splendido palazzo della Fondazione, ora gestita da Giulio Ometto, suo collaboratore per anni.
Un vero e proprio evento per gli appassionati e non solo, sicuramente da non perdere.