Una giornata di scuola diversa a “La Stampa”
dal museo, alla redazione, alla realizzazione del menabò
Attività della Classe 4^ H coordinata dalla docente di Lettere, professoressa Vilma Bicego
Oggi è stata una giornata un po’ particolare, si è fatto lezione in via Lugaro presso “La Stampa”.
Una breve ma efficace visita al Museo per ripercorrere la storia del quotidiano cittadino e quella della composizione di notizie da inserire nel quotidiano; un passaggio veloce ma indispensabile in redazione ed infine… la simulazione giornalistica: creare il menabò partendo da una notizia parcellizzata
Ecco le impressioni
Non è certamente difficile giudicare positivamente la visita al Museo. Che dire, una persona che vive nel mondo del giornalismo, delle notizie, del leggere sempre qualcosa con un certo limite di tempo, sempre ristretto, ha di sicuro un gran vantaggio nell’esporre le caratteristiche del suo posto di lavoro. L’interesse e la tenacia con cui la guida provava a coinvolgere il visitatore con quel fare quasi da professore, che per non far perdere l’attenzione inserisce delle domande a cui tutti possono rispondere, fa in modo che la visita, oltre che scorrevole, sia chiara a tutti. Non giudico negativamente le sue proposte di visitare sul web le loro attività, dico io, che c’è di male a farsi pubblicità con persone che hanno pagato per recarsi nel posto in cui si svolge l’attività che si pubblicizza?
In fondo non c’è stato nulla di noioso, dal mio punto di vista, ho perso qualche pezzo per leggere la critica sui Promessi Sposi di Fitzgerald, ma non credo di averci perso o guadagnato molto, ho solo appreso una cosa diversa da quella chela guida stava spiegando.
Molto interessante si può definire la linea del tempo del cambiamento dei mezzi di comunicazione, che raggiungono un’immediatezza sempre più efficace e fanno riflettere sulla differenza dei tempi oltre che sulla freschezza delle notizie stesse. Oltre a questo anche la struttura del giornale in sé, inizialmente molto meno chiaro a primo impatto e con un uso della lingua più retorico, senza immagini e senza divisioni geometriche e schematiche ma anche senza pubblicità che occupino spazio inutilmente!
L’attività di gruppo mi è parsa molto curiosa, certo, scrivere un menabò in sei, può essere un problema, soprattutto se si manifestano situazioni di disaccordo, ma per fortuna non è il mio caso. La partecipazione sembra esser stata a grandi linee equilibrata e, benché non siano nate grandi stelle del giornalismo, usciti di lì avevamo certamente anche solo un granello di sabbia in più nella nostra spiaggia della conoscenza. (P.N.)
Essendo questa un’esperienza che ci riguarda da vicino, avendo sotto gli occhi ogni giorno informazioni su quotidiani, televisione e web, il giudizio complessivo sulla visita ed il laboratorio non può che essere positivo. Molto interessante é stato soprattutto il Museo ricco di curiosità e di mezzi multimediali, ed anche l’esposizione di macchine originali dell’epoca lascia incuriositi (come il macchinario tedesco “line type” che mai avrei pensato fosse adoperato ancora nel 1978).
Parlando del laboratorio, direi che forse é stata un’esperienza ricca ma comunque troppo “frettolosa” che piú di concentrarsi sul capire il focus della scrittura giornalistica é stata una corsa per non restare indietro con lo svolgimento. Ci siamo comunque divisi i compiti ed anche senza poter usufruire di tutta l’attenzione possibile, abbiamo scritto l’articolo ed é stato piacevole ed interessante il confronto con le altre “redazioni” , che ha fatto venire a galla errori nella composizione del testo, che durante lo svolgimento non avevamo colto. (C.L.)
Salve professoressa,
Per me questa esperienza è stata molto utile ed interessante.
Tutti i giorni compriamo riviste, quotidiani e giornali di ogni tipo o anche solo ci connettiamo tramite internet per conoscere le notizie, ma poche volte ci chiediamo che cosa ci sia, e chi ci sia, dietro quegli articoli. Mai avrei pensato potesse esserci un lavoro così lungo ed impegnativo e il fatto di aver potuto toccare con mano, anche se solo in minima parte, i loro sforzi mi ha aiutato a comprendere l’importanza dei giornali.
Durante il laboratorio siamo entrati proprio nel vivo dell’esperienza e ci siamo immedesimati a pieno nei giornalisti tanto da ritrovarci, ogni tanto, a “discutere” confrontando le idee.
Oltre a questo lavoro è stato anche molto interessante il Museo: non sapevo che la famiglia Agnelli avesse comprato la redazione de “La Stampa” e da juventina sfegatata ho un altro motivo per comprare il giornale.
Spero di aver imparato a scrivere un articolo, ma questo lo scopriremo solo venerdì! (S.G.)
Durante lo svolgimento del laboratorio noi studenti abbiamo dovuto dividerci in quattro gruppi, ognuno denominato con il nome di un ex direttore della Stampa o del direttore odierno. Ogni gruppo ha avuto 30’ per estrarre dieci notizie fondamentali da un elenco di ventitré, riordinarle secondo un senso logico, ideare un titolo adatto completo di occhiello e sommario e scegliere un’immagine adatta a colpire il lettore.
Nel caso del mio gruppo, composto da altre quattro persone oltre a me, i ruoli sono stati divisi in modo da raggiungere tutti gli obiettivi in tempo e creare il menabò richiesto.
Penso che i miei partner abbiano lavorato sodo, anche se un po’ a rilento. Posso dirmi soddisfatta del risultato raggiunto, tralasciando un piccolo errore di trascrittura del titolo.
Sono convinta che l’attività nel complesso sia stata stimolante e ricca di nozioni utili: non si immaginerebbe mai l’enorme mole di lavoro che si cela dietro un giornale cartaceo. Sono lieta di aver potuto prendere parte a questa proposta e sono rimasta positivamente colpita sia dalla visita al museo sia dal laboratorio di scrittura, secondo me particolarmente stimolante (B.I.)
Mentre aspetto il treno ne approfitto per rispondere alla sua richiesta, ora che le mie impressioni sulla giornata di oggi sono ancora fresche. Il laboratorio svolto con le mie compagne ha avuto complessivamente la partecipazione di tutti. Io mi sono occupata principalmente di trascrivere. Tutte le altre sono intervenute su quanto riguardava assemblare le notizie e comporle per l’articolo, con qualche disaccordo su certi punti, (comprensibile dato che sei teste pensano ognuna diversa dalle altre), ma riuscendo poi a trovarci favorevoli sul contenuto e la composizione. L’attività mi ha dato anche modo di divertirmi oltre a sentirmi stimolata, forse per il tempo breve nel realizzare un articolo, che si è rivelato tutto sommato fatto bene.
Mi è piaciuta la visita al museo e aver avuto l’opportunità di entrare dentro una vera redazione, ambiente che avevo visto solamente in tv. L’ho trovata quindi un’opportunità interessante e ben svolta da tutti noi, con una buona partecipazione. (P.I.)
Ci siamo organizzati a gruppetti e, leggendo il foglio che ci hanno dato, ci siamo messi a cercare i 10 pezzi per formare l’articolo. Alla fine abbiamo riscritto l’articolo in modo corretto, lavorando tutti insieme e pensando a come si potesse scrivere meglio le diverse frasi.
Per il titolo, l’occhiello e il sommario ci siamo divisi e abbiamo pensato a cosa poter scrivere e soprattutto a trovare la parte più importante dell’articolo per poter renderlo interessante. Poi tutti insieme abbiamo scelto l’immagine che secondo noi rispecchiava maggiormente il nostro lavoro.
Questa esperienza l’ho trovata molto interessante, mi è piaciuta e lavorando in un gruppo ho anche capito come organizzare un articolo. Mi piacerebbe rifarlo, penso sia stata di aiuto a tutti e abbiamo imparato nuove cose. (G.L.)
Durante la visita di oggi a “La Stampa” abbiamo avuto occasione di organizzare in tempi molto ristretti un menabò. Io facevo parte del gruppo “De Benedetti” e per svolgere il nostro compito ci siamo divisi i ruoli. Prima abbiamo analizzato i punti di maggior importanza selezionandone 10 tra i più rilevanti, in seguito abbiamo unito le varie notizie argomentandole sotto forma di breve testo a scopo informativo. Una volta fatto ciò abbiamo pensato alla stesura di un titolo adeguato al contesto, con tanto di occhiello e sommario. Al fine di tutto abbiamo analizzato insieme alla guida i compiti svolti confrontandoli tra loro.
A parer mio è stata una visita molto interessante che è stata in grado di trasmettermi diversi punti di vista riguardo quest’ambito di ambiente lavorativo, in cui non avevo ancora avuto occasione di cimentarmi. (U.J.)
Se devo essere sincera inizialmente pensavo di annoiarmi o almeno non mi sentivo presa dall’attività, ma andando avanti con il percorso mi sono interessata sempre di più, soprattutto quando siamo passati nell’ufficio di redazione e al laboratorio. Non mi aspettavo niente di tutto quello che ho visto (intendo in senso positivo) e non avrei mai pensato ci fosse tutto quel lavoro dietro un giornale, per fornici notizie ogni giorno. Ogni tanto leggo il giornale e mi informo, ma mai mi sarei aspettata un lavoro come quello che ho compreso oggi. Ah , tra l’altro mentre eravamo di fronte a quel piccolo ufficio ammetto che non ho ascoltato la guida perchè ero presa dal leggere delle lettere e dei telegrammi, tanti soprattutto indirizzati a Primo Levi.
Grazie a questa uscita didattica posso dire di sentirmi soddisfatta, ho compreso che fatica e intesa ci sia dietro un lavoro del genere e il laboratorio non è stato solamente un semplice lavoro, ma l’ho trovato in parte divertente, è stato un esempio di collaborazione , quasi come una prova. Anche da quest’ultimo ho compreso ancora meglio quanto sia impegnativo avere una certa intesa tra tutti i lavoratori. (DG. C.)
Oggi nel laboratorio proposto alla Stampa facevo parte della redazione Calabresi. Nel nostro articolo abbiamo chiarito bene e distintamente i pro e i contro del non lavorare la domenica, abbiamo deciso di non essere di parte ma di dare tutte le notizie importanti.
Per me questa è stata un’attività molto interessante e anche il Museo mi e piaciuto molto, la guida ci ha spiegato tutto nei minimi dettagli tanto da non fare venire alla mente delle domande.
Il laboratorio ci ha fatto divertire ma anche capire bene come organizzare definitivamente una pagina di giornale. Spero che la pagina realizzata da noi della redazione Calabresi sia abbastanza soddisfacente.
Sarebbe bello poter recarci di sera, come ci ha proposto la guida, per veder nascere il quotidiano. (S.A.)
Oggi ci siamo recati a La Stampa e abbiamo visitato il Museo relativo al giornale. In esso abbiamo visto l’evoluzione dei mezzi necessari per la stampa e la divulgazione delle notizie.
Dopo la visita abbiamo svolto un laboratorio divisi in 4 diverse redazioni: dovevamo creare la prima pagina di un giornale.
Nella prima fase bisognava decidere quali notizie utilizzare e come riscriverle, è stata svolta in gruppo. Per la decisione dei titoli ci siamo divisi in tre coppie: una rivedeva lo scritto, un’altra si occupava del titolo e l’ultima del sommario (l’occhiello lo abbiamo deciso insieme).
In generale ho trovato il progetto molto interessante e stimolante. Mi aspettavo un laboratorio noioso e molto più semplice di ciò che in realtà è stato. Nonostante il tempo ridotto all’osso per il laboratorio, è stato divertente ed è un’esperienza che raccomanderei a tutte le classi. (A.C.)
Questa visita alla stampa mi é piaciuta parecchio, non sapevo molto sulla pubblicazione dei giornali. In realtà non ci ho nemmeno mai pensato seriamente alla stampa. Ho conosciuto la storia di questo quotidiano e le varie tecniche di stampa che si sono sviluppate durante gli anni. Una cosa interessante é stata la scoperta degli orari di pubblicazione, di chiusura e di consegna.
Alla fine della visita abbiamo preso parte ad un laboratorio creativo, toccava a noi fare i giornalisti. Eravamo divisi in gruppi e il nostro era formato da cinque componenti. A mio parere eravamo organizzati abbastanza bene dato che ognuno di noi aveva un compito, al momento di scrivere il titolo, ci siamo messi d’accordo e ognuno ne ha proposto uno arrivando poi a decretare il migliore. Il nostro articolo sicuramente non é stato il migliore ma almeno c’era spirito di squadra (G.R.)