di Alice Salvemini 1^E
Il 24 gennaio con la classe siamo andati a Genova a vedere la mostra esposta al Palazzo Ducale intitolata “Van Gogh e il viaggio di Gauguin”. Mi sono lasciata prendere dai quadri esposti, nonostante alcuni non mi siano piaciuti molto. La guida è stata ottima nel parlare e sono riuscita a seguire ogni spiegazione riguardo ad ogni dipinto.
Sinceramente sono un po’ rimasta delusa dal modo in cui erano esposti i quadri: mi aspettavo un ambiente diverso. Ad esempio io avrei illuminato maggiormente ogni stanza perché a mio parere le luci erano un po’ stancanti. Il quadro che ho apprezzato di più è stato il dipinto di Paul Gauguin intitolato “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” del 1897. Quando Gauguin dipinse questo quadro stava attraversando un momento molto difficile della sua vita. Il pittore era malato, aveva seri problemi al cuore ed era isolato sia fisicamente che artisticamente. Come se non bastasse Gauguin venne a sapere della morte di sua figlia Aline, avvenuta pochi mesi prima. Egli così decide di dipingere un’opera basata su una riflessione sull’esistenza. Il pittore ci lavorò su giorno e notte per circa un mese, ma il troppo lavoro lo fece impazzire. Ritenendosi incapace di finire il dipinto Gauguin ingerì dell’arsenico con l’intenzione di suicidarsi ma prese una dose talmente abbondante che finì per vomitarla e annullò l’effetto del veleno.
Decise di finire la sua opera e la spedì a Parigi al mercante d’arte Ambroise Vollard che assicurò al pittore l’esclusiva del dipinto. È stata conservata al Museum of Fine Arts di Boston. Il quadro mi ha affascinata molto perché è una riflessione sulla vita. Inoltre ho trovato i colori accesi e bellissimi. L’opera infatti rappresenta un ciclo vitale (va letta da destra a sinistra) ed è dipinta ad olio su tela. Trovo molto affascinante che, come ha spiegato anche la guida, molte parti del dipinto non hanno un esatta spiegazione e sta allo spettatore decidere come interpretare l’opera. Nei bordi Gauguin inserisce il titolo dell’opera (a sinistra) e la firma con la data (a destra).
Tempo fa mi è capitato di leggere una bella frase di Gauguin: “La vita non ha senso se non si vive con un volontà, almeno fino al limite della propria volontà. Virtù, il bene, il male non sono altro che parole, a meno che uno li prende parte per costruire qualcosa con loro,non vincono il vero senso fino a quando uno sa come applicarli”. Trovo che questa frase rappresenti molto Gauguin perché quando lavorava sul dipinto era intenzionato a finirlo il prima possibile ma, ritenendosi incapace, tentò di suicidarsi. Quindi preferiva morire pur di non rimanere deluso. C’è anche un’altra frase appartenente a Gauguin che usa per riferirsi a tutti i suoi quadri: “L’arte è un’astrazione: spremetela dalla natura sognando di fronte ad essae preoccupatevi più della creazione che del risultato”. Qui secondo me il pittore cerca di spiegare che bisogna impegnarsi a creare un’opera, pur tralasciando il risultato. Van Gogh e Gauguin inizialmente erano molto amici: per un breve periodo vissero insieme ad Arles, per condividere con altri artisti il difficile sentiero della pittura. Van Gogh sperava di creare una collaborazione con Gauguin che non avrebbe più avuto eguali nella storia dell’arte. La convivenza però, durò due mesi circa. Fra i due pittori iniziò a crearsi un rapporto teso, sostenevano teorie fin troppo diverse riguardo all’arte ed entrambi avevano fortissime personalità, quindi tutto ciò contribuì a far nascere il distacco. Riguardo a Van Gogh prima della spiegazione della guida durante la mostra non sapevo perché il pittore decise di tagliarsi un orecchio. Si suppone infatti che Van Gogh abbia assalito Gauguin con un rasoio durante un litigio, ma avendo fallito l’attacco, in preda ad una crisi di nervi, si tagliò l’orecchio sinistro. Infatti nel suo autoritratto è rappresentato con l’orecchio fasciato.
Una frase di Van Gogh che mi piace molto è: “A volte penso che la notte sia più viva e più ricca di colori del giorno”. Penso che abbia ragione.
Il mio quadro preferito di Van Gogh è “Notte Stellata”. Il dipinto rappresenta appunto, un paesaggio stellato sopra la città di Saint-Rémy-De-Provence in Francia.
Non so scegliere quale dei due pittori mi piaccia di più, perché condivido mote idee di Gauguin, ma alcuni quadri di Van Gogh mi piacciono molto. Quindi direi che sono a pari merito. Genova è davvero una bella città per ospitare questa mostra: trovo che sia davvero magica. Durante il tragitto con la classe abbiamo attraversato Via Del Campo, dove De Andrè ha trovato l’ispirazione per la famosa canzone.
Via del Campo c’è una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa.
Via del Campo c’è una bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina.
Via del Campo c’è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano
e ti sembra di andar lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo lì al primo piano.
Via del Campo ci va un illuso
a pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a quando il balcone ha chiuso.
Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.
Via Del Campo è una via un po’ malfamata, perché è frequentata da prostitute. De Andrè descrive le ragazze una ad una e le sensazioni che provavano i clienti e non sembrava di fare qualcosa di sbagliato ma c’era quasi vero amore.
Infatti finisce con la frase “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori”. Forse sta a significare che a volte le persone rette non ti danno e comunicano niente, mentre la gente di strada ti capisce e ti aiuta.
Mi ritengo fortunata ad aver visto questa mostra ed alcuni quadri davvero stupendi.