a cura di Enea Barberis Jalla 4^Bs.
Liceo Artistico – Musicale – Istituto d’Arte “Aldo Passoni” di Torino
Come commentatore, mi sento in dovere di illustrare i fatti nel modo più preciso e fedele possibile.
In questa particolare occasione tuttavia, date le emozioni che ho provato insieme a tanti altri, questo compito mi risulta più difficile del solito, e non nego che mi trovo decisamente a corto di parole (cosa che non mi accade spesso).
Spero, nonostante questo, che il mio operato riesca a descrivere adeguatamente ciò che ho visto e udito.
Mercoledì 24 ottobre 2012, ho avuto il piacere di essere tra coloro che hanno assistito al concerto dell’orchestra Pequeñas Huellas, composta da bambini e ragazzi appartenenti ad innumerevoli etnie diverse, ma legati, cionondimeno, dalla passione per la musica ed il desiderio comune di creare un mondo sereno, pacifico e migliore per tutti.
Pequeñas Huellas (piccole impronte) è un progetto nato nel 2004 a L’Avana, Cuba, luogo ove la violista da gamba e docente di musica al conservatorio di Torino, Sabina Colanna-Preti, si era recata con l’intento di permettere un incontro musicale tra bambini cubani ed italiani.
Prima dell’inizio del concerto finale al termine del tour di quindici giorni, a cui avevano partecipato i bambini che avevano aderito all’iniziativa della signora Colonna-Preti, la sua figlia maggiore, Margherita, allora appena undicenne, espresse il desiderio di dare il benvenuto al pubblico (composto da non meno di millecinquecento persone), dicendo qualche parola.
Nessuno dei presenti si sarebbe mai aspettato la profondità del messaggio di Margherita, che in poche, semplici ma toccanti parole, espresse l’importanza della comunicazione tra persone, popoli e tradizioni differenti attraverso la musica, e chiese agli “adulti” di aiutarli in questo intento: i bambini di tutto il mondo, benché privi dei mezzi necessari a portare a compimento il loro progetto, sentivano l’urgenza di viaggiare di nazione in nazione, per portare un messaggio di pace e fratellanza attraverso la loro musica.
Sabina, commossa da quelle parole che professavano la necessità di operare per costruire un mondo migliore per tutti, elesse l’intento di sua figlia e dei suoi compagni a sua missione nella vita.
Pequeñas Huellas si trasformò quindi da un mero progetto musicale a ciò che è oggi: un’organizzazione internazionale senza fini di lucro, il cui scopo è quello di avvicinare bambini e ragazzi provenienti da ogni continente attraverso l’utilizzo del linguaggio musicale.
Nella data del 24 ottobre 2012, l’orchestra di Pequeñas Huellas si è riunita in occasione della Giornata Mondiale delle Nazioni Unite.
Anche per questa ragione, nel corso del concerto, i ragazzi hanno letto alcuni brani relativi alla Carta Mondiale dei Giovani per la non-violenza.
La serata si è aperta con la proiezione di un filmato che ha raccontato la presenza dell’ONU a Torino negli ultimi cinquant’anni.
In seguito, un pubblico quanto mai eterogeneo e diversificato, ha avuto l’onore di ascoltare il discorso del console venezuelano in Italia, e del Ministro delle Arti Musicali senegalese.
Dopo questa introduzione di carattere diplomatico, siamo entrati nel vivo della serata, assistendo all’ingresso sul palco di bambini e ragazzi, i veri protagonisti dell’evento.
I loro semplici ma colorati abiti hanno riportato alla mente degli spettatori l’armonia che dovrebbe regnare tra culture diverse, che invece troppo spesso viene soppiantata da odio e violenza.
Mentre i musicisti imbracciavano i loro strumenti, tra cui dominavano archi di vario genere e tipo, il gruppo coreutico ha fatto la sua entrata in scena e, dopo un’introduzione musicale eseguita da un solista adulto che suonava uno strumento tipico degli aborigeni australiani, il “didjeridoo”, si è lasciato spazio ai giovani coraggiosi che, con le loro voci e le note dei loro strumenti, hanno riscaldato gli animi degli spettatori oltre ogni immaginazione.
Il concerto si è sviluppato seguendo un percorso che ha attraversato i cinque continenti: Oceania, Europa, Africa, Asia e America.
Per ognuno di questi sono stati proposti dei brani provenienti dalle culture principali del continente in questione, che sono stati eseguiti dai ragazzi e da musicisti-rappresentanti in abiti tradizionali.
Carolina Eguez, figlia minore di Sabina Colonna-Preti, e il giovane Luca Vacchetti, si sono alternati nel dirigere l’orchestra con notevole abilità.
Per quanto concerne l’Oceania abbiamo potuto ascoltare il brano “Invocazione alla pace”, caratterizzato dal suono del didjeridoo, e un antico canto mahori.
Diversi brani hanno invece rappresentato l’Europa, tra i quali vi era un singolare ma estremamente apprezzabile canto popolare rumeno.
L’Africa vanta da sempre una tradizione musicale che non ha nulla da invidiare a quella degli altri continenti.
Particolarmente apprezzati dal pubblico sono stati i brani eseguiti con il supporto di un musicista senegalese, che era (come ha chiarito lui stesso), per la prima volta accompagnato dalle sue figlie ad un concerto.
In rappresentanza dell’Asia, si sono invece avuti canti tradizionali coreani, giapponesi e israeliani.
Infine l’America si è distinta per la combinazione tra un brano di origine afroamericano, uno spiritual e diversi brani messicani estremamente caratteristici.
Nel corso del concerto è poi stata letta ai ragazzi una lettera di Margherita Pupulin, che al momento si trova in Messico per portare avanti una delle iniziative dell’organizzazione, da cui i coraggiosi musicisti sono stati spronati a portare avanti la loro iniziativa e a godersi gli attimi più emozionanti del concerto.
La serata si è quindi conclusa con i saluti al pubblico e ai ragazzi da parte della signora Colonna-Preti, che è stata accolta sul palco con un più che motivato scroscio di applausi.
Mi risulta impossibile descrivere adeguatamente le reazioni del pubblico, come invece dovrei fare.
Stupore, meraviglia, entusiasmo, sono solo alcune delle emozioni che erano dipinte sui volti delle persone sedute intorno a me, e penso di poter dichiarare, senza correre il rischio di avere torto, che nessuno di coloro che hanno partecipato alla serata, sarà mai in grado di dire che cosa ha provato esattamente.
I ringraziamenti più sinceri di tutti noi spettatori non possono che andare alla signora Sabina Colonna-Preti per il suo straordinario lavoro, alle sue figlie, Margherita (come già detto al momento impegnata in Messico), Carlotta (ha partecipato al concerto con la sua arpa) e Carolina (ampiamente acclamata dal pubblico quando ha diretto l’orchestra), e a Eduardo Eguez, marito della signora Colonna-Preti e colonna portante dell’organizzazione.
Si ringrazia inoltre il sindaco della città di Torino Piero Fassino per la sua presenza all’evento, per il suo sostegno all’associazione, e soprattutto per le calde parole di benvenuto ai ragazzi dell’orchestra, che non ha esitato ad elargire generosamente durante il suo breve discorso.
Concludiamo dunque la cronaca di questo straordinario avvenimento con la speranza che i ragazzi di Pequeñas Huellas possano riuscire nel loro intento di gettare le basi per un futuro in cui tutti possano vivere in pace.