ANNI SPIETATI

di Francesca Borgesa & Francesco Fornaca 5°A
Liceo Classico Liceo N. Rosa, Susa  – Sociopsicopedagogico

Torino. Il 9 Marzo 1979 alle ore 13.40 Emanuele Iurilli, studente di 18 anni sta tornando a casa, situata  sopra il Bar bottega di via Millio 64/A, non sa che svoltando l’angolo che lo conduce  alla sua abitazione sarà raggiunto da alcuni proiettili vaganti esplosi durante uno scontro a fuoco tra militanti di Prima Linea e un gruppo di poliziotti, in seguito  ad un agguato del commando terrorista. Morirà in ambulanza durante il trasporto all’ospedale.

Con questo tragico episodio ha avvio il documentario curato da Stefano Caselli e Davide Valentini, per la regia di Igor Medolia, prodotto nel 2007 da Sgi, in collaborazione con il Film commission Torino Piemonte e con la Regione Piemonte , facente parte del ciclo “Anni di piombo” a cura di Rai Educational, dedicato alle città italiane protagoniste degli anni di piombo”.
Il video è stato riproposto sabato 09/10 al Castello di Rivoli nell’ambito della mostra “La storia che non ho vissuto (testimone indiretto)”, ospitante opere di giovani autori italiani di Arte contemporanea ed incentrata sul tema del Terrorismo in Italia, in collaborazione con La Stampa e Rai-La storia siamo noi-, che vede un ampio ciclo di incontri con gli autori  di Rai Storia, in programma fino al 17 Novembre (per maggiori info consultare il sito del Castello di Rivoli).
Il video  che è divenuto un libro edito da Laterza “ Anni spietati.
Torino racconta violenza e terrorismo”(2011) curato dagli stessi autori, è la narrazione del pesantissimo bilancio che Torino dovette subire tra gli anni 1969 e 1984, con particolare intensità  nel quinquennio ’77-82’, a causa dei fenomeni terroristici: in totale  di 323 attentati con 48 feriti e 26 morti.
“Questa è una storia raccontata dal cemento, dalle panchine, dai marciapiedi, dai tombini, dalle finestre e dai citofono.
È Torino cha racconta questa storia, una storia fatta da morti inutili senza una ragione apparente, in un contesto spietato: ANNI SPIETATI.”
Il giornalista Ettore Bofano commenta dicendo che fu la “Storia più maledetta del terrorismo a Torino”, e ancora “fu una storia di Coincidenze”, tante coincidenze: stesso giorno, stessa ora, stessi luoghi, stessi schemi d’attacco.
Racconta di una città diversa da quella che conosciamo oggi, una Torino industriale, caratterizzata dai movimenti operai e studenteschi, racconta dei primi grandi processi alle Brigate Rosse e Prima Linea, racconta di rivoluzioni tentate e fallite, racconta soprattutto, di vite e destini umani beffardamente incrociati l’un l’altro e di troppi interrogativi ancora insoluti: è il racconto di una città, Torino, che ancora su di sé porta i segni di un periodo di efferata violenza  nella storia recente dell’Italia repubblicana.

Torino, racconta Diego Novelli, sindaco dal 1975 al 1985, fu scelta dai terroristi perché lì c’era la maggior parte della forza lavorativa ed industriale, e metterla in crisi avrebbe voluto dire mettere in crisi un intero sistema nascente.
“Che città è mai questa?! Dove si muore per strada, dove vie e palazzi uguali a mille altri e sotto un velo di polvere svelano cicatrici dimenticate, carni lacerate dal piombo e dalla disperazione.
Racconta Torino che un tempo è stato così “.
“Anni spietati” è un documento prezioso per tentare  di ricostruire e comprendere quel periodo storico, a noi così lontano e così vicino nel medesimo tempo e, abbinato alla mostra presente al terzo piano del Castello, acquista un ruolo fondamentale per la coscienza civile del nostro paese. Gli autori del documentario sono nati l’anno seguente le morti di Falcone e Borsellino (lutti altrettanto, anche se per cause diverse, dolorosi nella storia italiana) e questo fatto  rafforza l’idea che siano le nuove generazioni ad aver l’arduo compito di rispondere alle tante domande suscitate dalla presa di coscienza degli eventi italiani figli del terrorismo durante gli “Anni di piombo”.

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