di Andrea Pellegrini 3^D
del Primo Liceo Artistico Statale di Torino
Grida di venditori, ragazzi che sfrecciano con il motorino tra i banchi, odori di frittura e di pesce.
Salami, vestiti e cipolle appesi agli ombrelloni che coprono i banchi.
Questo è il mercato di Ballarò a Palermo, in cui si incontrano culture e persone diverse, con uno scambio continuo sia di conoscenze, sia di merci.
Il mercato di Ballarò è uno dei mercati più importanti e famosi di Palermo ed è situato tra Piazza Casa Professa e i Bastioni di Corso Tukory, verso porta Sant’ Agata. Nel X secolo è già segnalata la presenza di un mercato in quella zona da un commerciante arabo di passaggio in città.
L’origine del nome non è chiara, ma potrebbe derivare da un antico villaggio vicino a Monreale, nei pressi di Palermo.
All’interno di questo mercato si vende di tutto: dalle verdure agli elettrodomestici, dal pesce alle scarpe.
Il mercato si svolge tutti i giorni lungo le strade del quartiere che viene invaso da gente che compra e vende.
Le vie sono strette e poco curate, i palazzi sono alti tre o quattro piani, senza uno stile uniforme con muri di colori diversi e persiane di legno consumato; dalle finestre aperte scendono panni stesi ad asciugare, dai piccoli balconi sporgono bambini incuriositi dai passanti.
In Sicilia, sembra di ritornare al passato oppure nei mercati medio-orientali: i venditori richiamano l’attenzione dei passanti sui loro prodotti gridando in un dialetto completamente incomprensibile per i non siciliani.
Passando tra i banchi, colpisce immediatamente il modo in cui sono esposte le merci; infatti, alcuni prodotti, come carciofi o cavolfiori, sono appoggiati a terra in cumuli alti fino a un metro; invece altre merci, come salsicce e prosciutti, sono appesi senza alcuna protezione, tanto che su di essi si posa ogni genere di insetti.
Anche se queste pratiche non rispettano le norme igieniche, quindi sono illegali, sono comunque accettate da tutti, anche, sembra, dalle autorità di polizia.
Il mercato di Ballarò, per le sue caratteristiche sembra simboleggiare le condizioni attuali della Sicilia, un luogo ricco di vitalità e movimento dove spesso dilagano l’illegalità e la criminalità organizzata.
All’interno di Ballarò sembra che lo Stato sia quasi assente, lasciando spazio per l’espandersi della mafia.
La maggior parte della popolazione accetta questa situazione e non vuole cambiare questo sistema basato sul potere mafioso perché la paura e gli interessi economici prendono il sopravvento.
In posti come Ballarò, la mafia agisce non solo attraverso la riscossione del “pizzo”, ma svolge un’azione di controllo del territorio sostituendosi , in parte, a quella dello Stato.
Per contrastare questa espansione dell’illegalità nelle città siciliane sono nate molte associazioni che lavorano a favore della popolazione, anche se spesso hanno difficoltà a trovare un sostegno per svolgere la loro azione sociale.
Oltre agli aspetti negativi, nel mercato di Ballarò si possono trovare molti elementi positivi, come la vitalità e la sopravvivenza di culture che si stanno progressivamente perdendo.
Questo luogo ,con tutte le sue facce, ricorda l’Italia del passato con le molte usanze e tradizioni oramai quasi scomparse, ma richiama l’Italia del presente con le sue contraddizioni.