di Federico Lazzara 3^Es
Lunedì 16 Aprile, ci siamo recati a Vercelli, nell’ex chiesa di San Marco, per vedere una mostra di arti visive. La mostra conteneva opere appartenenti alla collezione di Peggy Guggenheim, figlia di Benjamin Guggenheim, morto nel tragico incidente del Titanic, che era riuscito a diventare ricco grazie all’estrazione di rame e argento.
Peggy Guggenheim, qualche tempo dopo la morte del padre, si trasferì a Parigi, dove poi si sposò nel 1922 con il pittore Dadaista Laurence Vail, grazie al quale conobbe importanti artisti, come Marcel Duchamp.
La mostra, intitolata I Giganti Dell’Avanguardia, comprendeva artisti come Mirò, Mondrian e Calder. Le opere, dipinti e sculture, erano messe in ordine cronologico, partendo dalle opere con le quali hanno “esordito” gli artisti, via via migliorandosi fino a raggiungere la loro personale maturazione.
Tra le varie opere di Modrian, abbiamo visto: Still Life with Ginger Pot I : il dipinto rappresenta un ambiente casalingo caotico, pieno di oggetti messi in disordine, in cui viene usata una gamma di colori che va dagli azzurri ai marroni.
Successivamente, l’artista realizzerà una seconda versione, intitolata Still-Life with Ginger Pot II. Quest’opera è molto importante, perché rappresenta un’evoluzione artistica. Viene cambiato il modo di rappresentare le forme, infatti nella seconda versione di quest’opera, c’è un numero limitato di colori, e le forme, pur semplificate, fanno capire ciò che è stato rappresentato.
Broadway Boogie Woogie: è, questo, un dipinto caratterizzato dall’uso di linee orizzontali e verticali e dall’uso esclusivo dei colori primari tipici dell’arte di Mondrian. L’opera è divisa in piazze che probabilmente si riferiscono a Manhattan. Mondrian affronta anche temi di tipo naturalistico, con opere che hanno come “protagonista” il mare; infatti, tra le opere viste, c’è “Ocean5”. L’opera è un carboncino su carta incollata su un pannello, è caratterizzato dalle tipiche linee orizzontali e verticali fatte con il carboncino, in cui si possono intravedere delle chiazze centrali luminose che stanno a rappresentare i riflessi sull’acqua. L’innovazione di quest’opera sta nel fatto che tutte le linee non sono chiuse da un confine squadrato, ma da uno più armonico, dato dalla rotondità dell’ovale.
Abbiamo anche visto opere di Mirò, tra cui Il villaggio di Prades. Il quadro è un olio su tela in cui Mirò, secondo la sua personale visione, rappresenta il villaggio di Prades con colori molti vivaci, che vanno dai gialli ai viola. Nella tela troviamo oltre che delle strutture, quali un campanile e delle case, anche la presenza della natura in cui troviamo dei campi arati, dei cespugli che hanno una particolare forma squadrata e degli alberi che hanno una chioma a forma di foglia.
Tra le varie opere di Mirò, c’era anche la donna seduta II; l’opera è sempre un olio su tela, in cui viene rappresentata una donna seduta. I colori usati vanno dai neri al marrone chiaro. Le opere di Mirò hanno, come in questo caso, il personaggio principale nella figura della donna, interpretata da Mirò secondo la sua personale visione. Le opere di Mirò, inoltre, sono caratterizzate dalla presenza di pallini collocati intorno alle figure e dalla presenza di occhi disposti in modo irregolare.
Infine, come abbiamo visto, le opere di Calder, sono caratterizzate soprattutto dal fatto che esse non hanno una posizione statica, bensì si muovono. Tra quelle più famose, c’è la Testiera del letto, voluta da Peggy Guggenheim. L’opera presenta delle parti che si possono spostare a piacere e presenta degli animali e delle piante tipiche di uno stagno. Calder, inoltre, essendo molto amico di Peggy, creò solo per lei un paio di orecchini di metallo.
Un’altra opera di Calder particolarmente interessante è Il ritratto di Giovanni Carandente, un critico d’arte molto amico di Calder, che gli chiese esplicitamente un autoritratto. L’opera è fatta interamente di filo di ferro, e, in più, ha la particolarità di muoversi.