Matteo Rizzo di 5B
Relazione sulla visita nella casa di Giorgio De Chirico
La casa di Giorgio De Chirico occupa i tre piani superiori del Palazzetto dei Borgognoni al n°31 di Piazza di Spagna a Roma. L’artista, arrivato a Roma nel 1944, dopo un lungo girovagare tra diverse città europee e un soggiorno importante a New York nel 1938, risiede definitivamente nella casa di Piazza di Spagna dal 1948, all’età di sessant’anni e vive qui gli ultimi trent’anni della sua vita insieme alla seconda moglie, prima di morire nel Novembre del 1978 all’età di 90 anni.
L’abitazione è collocata in una posizione “strategica”, nel cuore di quello che è considerato il centro culturale e artistico della città.
La scelta di una posizione centrale e la giustificazione che scrive per giustificare tale scelta, lasciano intuire un egocentrismo che si concentra in queste righe:
“Dicono che Roma sia il centro del mondo e che piazza di Spagna sia il centro di Roma, io e mia moglie, quindi si abiterebbe nel centro del centro del mondo, quello che sarebbe il colmo in fatto di centrabilità ed il colmo in fatto di antieccentricità.”
All’interno dell’abitazione non si trovano esposte le opere della prima Metafisica, per le quali De Chirico è diventato famoso, bensì della Neo metafisica, ovvero le opere che partono dagli anni ’60 e che mostrano il processo di rielaborazione che l’artista fa di sé stesso.
Nella casa sono ancora presenti tutti gli arredamenti e gli oggetti personali di De Chirico per permettere agli spettatori di sentirsi come invitati in casa del pittore, e trovare anche nelle piccole cose delle caratteristiche degli aspetti dell’artista.
Appena dopo la sala d’attesa si entra nel salotto in cui De Chirico era solito riposarsi a fine giornata guardando la televisione senza l’audio per potersi concentrare di più sulle immagini.
Ai muri erano appese solamente opere di De Chirico, tra cui dei d’aprés, ovvero studi e rielaborazioni fatte in chiave originali su artisti e opere del passato, in particolare il periodo barocco e rinascimentale, infatti credeva che per trovare delle soluzioni nuove, bisogna per forza studiare le tecniche, i soggetti e i maestri dalle opere del passato.
In alcune opere De Chirico fa chiari riferimenti ad una delle teorie meno famose del pensiero di Nietzsche che lui ha approfondito: la “Teoria dell’eterno ritorno” rappresentata nel ritratto di Isabella mostrando due soggetti vestiti con abiti appartenenti a diverse epoche, simboleggiando così la circolarità del tempo ovvero il fatto che noi viviamo e camminiamo sulla stratificazione delle ere storiche.
Nella cucina sono appese solamente opere raffiguranti nature morte o, come preferiva chiamarle De Chirico, “vite silenti”.
Andando avanti si entra nel civico n° 32 di piazza di Spagna che De Chirico ha comprato per espandere il suo appartamento.
Salendo le scale si trovano le due stanze da letto separate, quella di De Chirico colpisce per le sue dimensioni ristrette e per la sua umiltà, arredata solo con pochi mobili e alcuni libri sulle mensole.
Più avanti si entra nello studio del pittore, anch’esso rimasto identico a quando De Chirico era in vita, si notano elementi e stili differenti, accostamenti di elementi decorosi e classici ad oggetti kitch che riportano sempre al suo pensiero della circolarità del tempo e all’accostamento tra passato e presente.
È proprio questo accostamento a rendere l’abitazione di De Chirico un luogo unico, un momento di incontro tra il classicismo e il modernismo.
La scelta di mantenere l’arredamento e gli oggetti com’erano quando la casa era abitata da De Chirico permette di entrare a contatto con l’artista e la sua opera, rendendo la visita un’esperienza unica, non emulabile in alcuna mostra.
Relazione sui Musei Vaticani Ghiotti Caterina 3B Libro
link di Bruno Alicata
https://drive.google.com/folderview?id=1_9SdS-j6azAEY-2FQGjyX7m3a3Lifmjx