Classi 4H e 5G in visita alle miniere di sale di Wielizcka, patrimonio dell’UNESCO, a cura delle prof.sse Bicego, Leo, Russo Alesi
i lavori di 5G a cura della prof. Russo Alesi
Dal giorno 20 al giorno 24 febbraio, noi ragazzi della 5^G abbiamo avuto la possibilità di visitare la città di Cracovia.
La nostra visita è iniziata nella mattinata del 21, attraversando le tipiche vie della zona antica della città e poi visitando dentro e fuori le mura del suggestivo castello del Wawel simbolo della località polacca (caratterizzato dall’elemento misterioso e magico della famosa leggenda del drago). Procedendo con la visita siamo giunti al ghetto ebraico, in cui é presente la Piazza degli Eroi del Ghetto, conosciuta per la presenza di 68 sedie scolpite interamente in ferro. Indimenticabile poi è stata la Piazza del Mercato, che ospita al suo centro una struttura composta da diversi negozi e bancarelle, come dimenticare poi la famosa Basilica di Santa Maria, suggestiva e singolare per via del trombettista che nel corso della giornata una volta ogni ora affianca cittadini e visitatori per qualche secondo con il suono della sua tromba suonando da una finestra sulla cima della Basilica.
Il giorno più ricordato è stato quello in cui la classe ha visitato i campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz e Auschwitz II (Birkenau). Le impressioni suscitate sono state molte e differenti. Nessun libro e nessun documentario può esprimere le intense emozioni provocate dai luoghi. Tutti noi siamo rimasti fortemente toccati e riteniamo che ogni persona dovrebbe vedere ciò che è rimasto di quei terribili avvenimenti per esserne testimoni e per non dimenticare.
Il giorno seguente abbiamo visitato la miniera di salgemma di Wieliczka, patrimonio dell’Unesco e inutilizzata dal 1996. Ricordata per i suoi elementi folkloristici, per la sua ricchezza storico-culturale e per la magnifica e Cattedrale al suo interno realizzata e scolpita interamente in diversi tipi di sale. Nel pomeriggio abbiamo potuto fare un giro turistico della città moderna di Cracovia, attraversando le architetture del regime socialista nel quartiere di Nowa Huta.
Il nostro viaggio si è concluso con la visita alla fabbrica di Schindler, ora divenuta museo. Questa è stata per molti della classe la visita preferita: la guida era molto competente (come anche le altre)e ci ha accompagnati nella storia della Polonia lungo il corso del ‘900 fino alla Cracovia del regime nazista. A poco dalla fine del percorso vi è l’ufficio di Schindler, ancora nel suo stato originale; poco dopo vi é una suggestiva stanza cilindrica al cui interno era possibile osservare, stampata lungo il muro, la lista completa delle persone che Schindler e’ riuscito a salvare (alcune di loro ancora in vita e residenti a Cracovia).
Così ha avuto fine il nostro viaggio, per tutti esperienza di forte crescita emotiva e culturale e che sicuramente resterà dentro di noi per tutta la vita.
Un ultimo ringraziamento alle guide e alle insegnanti che ci hanno accompagnati in questa gita indimenticabile.
La Classe 5^ G insieme alla guida Tomazs nella significativa piazza del ghetto ebraico di Cracovia. Attualmente è tutto ciò che rimane; con al centro un monumento commemorativo costituito da 68 sedie posizionate in vari punti della piazza. Ogni sedia rappresenta 1000 persone, per un totale di 68000, cioè tutti coloro che furono rinchiusi nel ghetto.Le sedie furono create da due artisti polacchi che si ispirarono a una fotografia d’epoca in cui una bambina sta trasportando una sedia (la sedia che utilizzava a scuola) durante lo spostamento di massa degli ebrei dal quartiere di Kazimierz al Ghetto. Secondo altri invece le sedie rappresenterebbero una scena accaduta durante i giorni della liquidazione, descritta nel libro “Una farmacia nel ghetto di Cracovia”. Ulteriore simbolo della piazza sono le fermate degli autobus, a forma di ponte che sovrasta la Vistola e che divide il ghetto dalla città.
Queste foto rappresentano una delle tappe fondamentali da noi compiute durante la visita ai campi di sterminio di Birkenau e Auschwitz. È stata un’ esperienza non solo emotivamente toccante, ma altrettanto riflessiva e di crescita.Poter vedere con i propri occhi ciò che l’ uomo è in grado di fare nei confronti di altri uomini ti rende consapevole di quella che è la crudeltà, la violenza, la disumanità.Dopo queste due visite siamo diventati testimoni di tali orrori, questo non solo per la nostra generazione ma anche per quelle a venire, i quali a loro volta non dovranno mai dimenticare ciò che è stato.
Iniziato il percorso di Auschwitz, ci siamo quindi imbattuti nella famosa scritta “Arbeit macht frei “ della porta d’ingresso, ovvero “Il lavoro rende liberi”, frase di grande impatto avendo studiato la storia . Ci siamo messi nei panni dei deportati , questo è venuto naturale anche per il clima che abbiamo trovato, la neve , il freddo .
Abbiamo immaginato , possibile fino a un certo punto , in quanto tutto talmente irrazionale che persino la nostra mente si è data un limite .
In seguito abbiamo visto oggetti come capelli , scarpe , occhiali , pentole , tutto ciò che è realmente appartenuto a queste persone . Ma anche i luoghi di “punizione” , ovvero spazi microscopici dove venivano rinchiusi per dei giorni .
Inoltre venire a conoscenza degli esperimenti fatti da determinati medici in questi campi su queste persone , ha portato svariati sentimenti come rabbia e disgusto .
Un’altra foto invece raffigura il “muro del pianto” del cimitero ebraico che circonda la sinagoga Remuh, esso è composto da un mosaico di resti di lapidi che vennero ritrovate da scavi archeologici. La particolarità che ci è rimasta impressa di questo luogo riguarda la presenza di sassi sopra le tombe , al posto dei fiori . Un gesto per ricordare i propri cari , ma più anticamente per ricordare le origini del loro popolo .
Infine l’ultima foto è stata scattata al museo di Schindler ,essa raffigura una stanzetta circolare sulla quale sono stati riportati i nomi di tutti gli ebrei che il famoso uomo d’affari salvò dai campi di sterminio nel periodo nazista .
In questa fotografia possiamo vedere una delle opere più famose dell’artista polacco Stanisław Wyspiański (1869-1907): God the Father, una vetrata collocata sulla facciata della Chiesa di San Francesco d’Assisi di Cracovia. La Basilica francecana e’ interamente disegnata da Stanislaw in stile liberty e decorata con divisioni floreali di ispirazione locale, rendendo la Chiesa un luogo unico. God the Father raffigura Dio in una chiave differente dalla solita iconografia, sia a livello stilistico che cromatico. La progettazione dell’opera l’abbiamo potuta vedere nella mostra dedicata all’artista al Museo Nazionale della città dove vi erano esposte gran parte delle sue creazioni tra cui anche i cartoni preparatori delle vetrate in grandezza naturale, colorati con i pastelli.
La foto mostra un monumento vicino al cimitero ebraico rappresentante una tomba ebraica, simboli caratteristici sono la stella di David blu con cui venivano contrassegnati i cittadini ebrei della città e le pietre sopra la tomba che per la cultura ebraica hanno la stessa valenza dei fiori
La Classe 5° G visita alla Miniera di sale Wieliczka, Cracovia. La miniera raggiunge una profondità di 327 metri, all’ interno di essa c’ è anche una cattedrale dove tutto è interamente scolpito nel sale