Quando l’arte è “Arte”
Per comprendere il valore dell’Arte del Novecento non è necessario spostarsi lontano dalla città di Torino bensì basta rivolgersi all’ ingresso di Via Messina 38 per accedere al capannone luogo dove lo scultore Mario Giansone scolpiva la pietra di Luserna, incideva e levigava i legni africani, rifiniva le fusioni in bronzo dei suonatori di musica jazz.
Venerdì 26 gennaio 2018 dalle ore 17.30 alle ore 19.30, la fabbrica dei marmisti si è aperta al pubblico riunito per visitare lo studio dell’insigne Maestro scultore Giansone che fu anche docente all’Istituto d’Arte di Torino, l’attuale Liceo Artistico Passoni.
Un gruppo di allieve stagiste della classe 4E dell’indirizzo Arti Figurative accoglie i visitatori che, dal mese di ottobre 2017 alla fine del mese di gennaio 2018, hanno potuto apprezzare la bellezza dell’arte scultorea dell’artista.
Nonostante il freddo e la pioggia, le allieve del Liceo Passoni si sono prestate alla vigilanza e all’accompagnamento nei diversi ambienti espositivi insieme a Giuseppe Floridia, il curatore della mostra nonché collezionista delle opere esposte.
La prima sala incanta con le sculture che raccontano l’evoluzione della materia e scavano nella pietra la modernità del nostro tempo.
I giganteschi legni per le incisioni mettono in evidenza, come un’istantanea, sequenze di azioni di guerra ma anche coreografie di ballerini e acrobati che volteggiano nello spazio.
Il cammino prosegue attraversando un corridoio nel quale incontriamo l’ “Opera Omnia” che introduce in un’altra sala allestita con i bronzi e con le sequenze della forma del’ evoluzione di una testa umana.
L’ultimo ambiente raccoglie alcune sculture particolarmente significative per la comprensione della filosofia artistica del Maestro scultore.
Sorprendente è l’illuminazione dell’opera in pietra levigata intitolata “Aeroporto”, spiegata magistralmente dal curatore di questa esposizione e promotore della mostra “Giansone, sculture da indossare” allestita a Palazzo Madama.
Floridia mette in movimento il masso scolpito nei minimi dettagli e la visione creata dalla luce che attraversa la pietra perforata, lascia percepire l’atterraggio prima e il decollo successivamente del velivolo sulla pista di un aeroporto immaginato dall’artista.
L’unicità della ricerca di Giansone consiste nell’ essere stato interprete e testimone spirituale del cambiamento sociale post-bellico del secondo Novecento; egli ha tradotto in forme scultoree tutte quelle innovazioni tecnologiche che hanno trasformato il nostro modo di vivere, sperimentando con capacità eccezionale anche l’arte della caricatura, del disegno ornato, della pittura, dell’arazzo, dell’incisione, della fusione.
Giansone è riuscito a trasformare una superficie difficile come la pietra in materia plasmabile, rivoluzionando il concetto di arte statica in arte in perpetuo movimento; con metodo scientifico ha lasciato ai posteri il risultato del suo talento e della sua creatività perché possa essere da monito per tutti quegli studenti che sono attratti dall’ instancabile ricerca della bellezza. mp