27 gennaio 2018: Giorno della Memoria
La razza bianca
La nostra “razza bianca” come ha detto il candidato Presidente della Regione Lombardia per il centrodestra, Attilio Fontana, non può essere cancellata perché non esiste, esiste solo la razza umana.
Ci sono state le crociate, c’è stata la schiavizzazione degli africani in America, c’è stato lo sterminio degli Armeni, c’è stato l’olocausto eppure è insito nella razza umana odiare, combattere il diverso, non imparare dagli errori.
Attilio Fontana sostiene l’intolleranza verso gli immigrati, dice che non è una questione di essere xenofobi e razzisti ma di essere logici e razionali; Edith Bruck è sopravvissuta allo sterminio nazista, è diventata scrittrice e poetessa, secondo lei il compito del sopravvissuto è non far dimenticare le atrocità di cui è capace l’essere umano. Lei non odia i tedeschi e non odia neanche l’autore dell’omicidio di sua madre; per Edith Bruck odio e intolleranza vanno banditi dalla storia come dalla vita di tutti i giorni.
A Primo Levi in un’intervista del 1984 venne chiesto se fosse mai andato in Germania dopo essere stato liberato dai lager, rispose non solo che c’era andato più di una volta ma anche che aveva conosciuto molti tedeschi di cui alcuni erano suoi amici.
Bisognerebbe quindi chiedersi come una persona come Attilio Fontana possa dire di essere intollerante verso gli immigrati, verso un intero popolo che sta scappando dalla guerra, mentre persone come il Primo Levi sostengono di essere amici dei tedeschi di non nutrire odio verso di loro e soprattutto che odio e intolleranza andrebbero banditi del tutto quando, dopo tutto ciò che hanno subito, avrebbero tutte le ragioni di odiare la Germania e tutti i tedeschi.
I sostenitori di ciò che ha detto Attilio Fontana credono che la nostra razza italiana sia minacciata, in che modo può essere minacciata una razza? Per esempio con unioni matrimoniali tra italiani e immigrati, la razza a quel punto non sarebbe più pura e si rischierebbe di essere cancellati.
Nel 1938 in Italia furono emanate le leggi razziali, nel documento si legge: “gli ebrei non appartengono alla razza italiana perché rappresentano l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia, costituita da elementi razziali non europei”, ma soprattutto nelle leggi c’era scritto che “i caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non dovevano essere alterati in nessun modo”, l’unione era ammissibile solo tra razze europee. Il carattere puramente europeo degli italiani veniva alterato dall’incrocio con qualsiasi razza extraeuropee portatrice di una civiltà diversa da quella degli ariani.
Attilio Fontana ha omesso di dire in che modo può essere cancellata la nostra “razza bianca e perfetta” e ci sono persone che non se lo chiedono: l’odio,, l’intolleranza e il male minacciano gli italiani che sembra si siano dimenticati di nuovo di essere uomini come successe durante la Seconda Guerra Mondiale. Si sono dimenticati che se ci sono delle unioni miste vuol dire che qualcuno ha imparato ad amare e non ad odiare, infine si sono dimenticati che se c’è una crisi economica non è colpa degli immigrati perché non sono loro al potere. (S.M.)
27 gennaio 2018: Giorno della Memoria
Un segreto per la vita
“Io non mi chiamo Miriam” un libro per non scordare il 27 gennaio che ogni anno ci ricorda l’Olocausto, la strage avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale: tra i milioni di vittime anche i Rom, di cui pochi conoscono la storia.
“Io non mi chiamo Miriam” è un libro scritto da M. Axelsson in cui si racconta la storia di una donna ormai ottantainquenne che sopravvisse alla tragedia della deportazione nei lager.
Durante il giorno del suo ottantacinquesimo compleanno racconta alla nipote il segreto che l’ha perseguitata per tutta la vita: lei non si chiama Miriam, confessa quindi il suo vero nome, Malika, e il suo essere Rom, di conseguenza la causa della sua cattura da parte dei nazisti. Racconta come viveva giorno per giorno nei campi di sterminio e il viaggio da un campo all’altro, quello che le cambiò la vita. Racconta questo evento con la paura di essere ascoltata e scoperta, anche ora dopo anni dalla fine della tragedia.
A seguito di una rissa” racconta la donna anziana “per un pezzo di pane” i miei vestiti furono strappati e per paura di essere castigata presi quelli di una donna ormai morta, senza notare il suo distintivo: era ebrea. Racconta poi che quando vennero divise nrl campo, non trovandosi più con il suo gruppo Rom, dovette prendere l’identità di quella donna, Miriam. Questa copertura la portò con sé anche dopo la fine della guerra, perché in Svezia non erano ancora accettati i Rom, lei stessa racconta di quando l’hanno malmenata per averla riconosciuta come Rom e che lei per paura non disse nulla a nessuno, neanche alla sua più cara amica. Al termine del racconto la signora chiede alla nipote l’assoluto silenzio riguardo questa storia e la nipote accetta,
Il 20 gennaio del 2018 al Polo 900 (Torino) c’è stata la rappresentazione teatrale tratta dal libro, eseguita da attori famosi e non.
Il tema trattato è quello dell’Olocausto che ebbe come vittime gli ebrei, i politici, i prigionieri ma anche i Rom, anche loro perseguitati dal nazismo e mai ripagati.
Sono oggi circa 14 milioni e hanno vissuto tra l’Australia e l’Europa In quest’ultima giunsero attorno al 1000 dC e si suddivisero in tre zone geografiche: la zona balcanica, dove avevano abitazioni stabili, pagavano le tasse ed elaboravano lavori artigianali; la zona della Romania dove furono schiavi del principe e la zona dell’Europa occidentale, tra cui l’Italia. In questa area tutt’oggi sono presenti e vengono individuati come coloro che chiedono l’elemosina e solitamente compiono furti Quando sono giunti in Europa in questa stava nascendo l’industria e anche per questo furono oppressi, ma nonostante tutto non si spostarono e presero un diverso nome a seconda del luogo in cui risiedevano sinti in Piemonte, Sinti Lombardi…
Al termine della rappresentazione, a cui è stata invitata anche l’autrice del libro, gli attori hanno voluto porle qualche domanda, come ad esempio se tutto questo fosse una storia e se c’è in Svezia ancora odio verso i Rom. Le risposte dell’autrice sono state scioccanti: la storia non è vera, ma tutto quello raccontato è venuto fuori di per sé solo visitando la città svedese di cui il romanzo tratta e intervistando una donna sopravvissuta alla Shoah
Spettacolo molto bello e coinvolgente, interessante l’occasione di partecipare all’intervista con l’autrice, un’occasione che capita poche volte nella vita.
Consigliatissimo leggere il libro e assistere allo spettacolo: un modo diverso per poter ricordare una ricorrenza tanto importante come quella delle liberazione dei campi di sterminio nazisti.
27 gennaio 2018: Giorno della Memoria
80 anni dopo
Oggi si celebra il Giorno della Memoria poiché il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, portando alla luce gli orrori dell’olocausto dove Rom, disabili, omosessuali, handicappati, prigionieri, dissidenti politici furono brutalmente massacrati
Una domanda sorge spontanea: come sono riusciti a compiere un atto così efferato sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno facesse qualcosa?
I fascisti usarono un attacco prima psicologico convincendo gli italiani che gli ebrei erano una razza impura. Nelle leggi razziali, emanate nel 1938, si parla appunto di diversa razza poiché si sostiene che gli ebrei hanno elementi razziali non europei diversamente dagli italiani che derivano direttamente dall’antico romano, come sottolinea La difesa della razza, dove la spada del Fascismo divide l’uomo Romano dalle altre razze.
In questi principi ci sono due fatti sconcertanti i termini “razza” ed “elementi razziali” rendono l’uomo un oggetto che se assemblato con i giusti pezzi può essere venduto e viceversa deve essere distrutto poiché diverso.
Non capisco come si possa provare tanto odio per delle persone che non ci hanno fatto niente, arrivare al punto di cercare di sterminare un’intera popolazione perché è diversa dal punto genetico. La scrittrice Edith Bruck, nonostante abbia visto gli orrori dei campi all’età di 12 anni, passando per Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen, trasmette un pensiero di positività: “anche nel male può accendersi la scintilla del bene” inoltre aggiunge che non odia e né odierà mai i tedeschi, solo perché alcuni di essi hanno commesso queste azioni non si può condannare un’intera popolazione.
Il giorno della memoria serve a ricordare le vittime dell’Olocausto cercando di evitare che possa di nuovo succedere un fenomeno simile, ma siamo realmente così lontani da quella realtà?
Il 15 gennaio 2018 il candidato Presidente della Regione Lombardia per il centro-destra, Attilio Fontana, ha rilasciato un’intervista a Radio Padania dove esprime il suo parere sulla questione immigrati in Italia, afferma che non è questione di essere razzisti ma, testualmente dice: “dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere”
Sono passati 80 anni dalle leggi razziali emanate nel 1938, ma l’idea non è cambiata si continua a parlare di razza bianca, di razza impura che può cancellare la nostra società.
Prendiamo come esempio la questione dei Rom anche loro sono stati perseguitati durante il fascismo e il nazismo; in Italia sono oggi circa lo 0.15% della popolazione. Paragonando l’inizio della persecuzione degli ebrei nel ‘900 attraverso l’instaurazione di ideali razziali non è poi così diversa la realtà verso i Rom oggi in cui i media, i giornali e il web divulgano informazioni di spregio verso questa popolazione. Fin da piccoli ci viene detto di stare attenti a loro perché rubano, non ci viene detto di stare attenti agli sconosciuti in generale; si diffonde l’idea che rubano i bambini, che puzzano e che si dovrebbe mandarli via.
Sono passati 80 anni e si parla ancora di razza che non deve essere contaminata Non c’è modo di giustificare Attilio Fontana poiché quando si parla di razza bianca sottolineo ancora di più il distacco che c’è fra le varie popolazioni
Dal bene si può creare altro bene, siamo tutti cittadini dello stesso mondo, ognuno diverso perciò non esiste colore, religione o luogo poiché importa come si convive con le altre persone ovvero la fiducia nel prossimo.