articolo di Simone Catalano III^B
PRERAFFAELLITI
Promossa dal comune di Torino, la mostra dei Pre-Raffaelliti arriva nella nostra città dopo un tour mondiale. Più di 70 capolavori provenienti dalla Tate Britain di Londra dove furono sempre conservati in un’ala apposita del museo inglese. Realizzata con la collaborazione di Alison Smith, capo della sezione di arte inglese, offre ai cittadini torinesi alcuni capolavori indiscussi della Confraternita dei Pre-Raffaelliti (prima di Raffaello Sanzio). La mostra, allestita all’interno di Palazzo Chiablese, offre l’opportunità di conoscere e scoprire le icone più importanti del periodo vittoriano del XIX secolo. Essa si organizza quindi in 7 sezioni: la Storia, la Religione, i Paesaggi, la società contemporanea, lo stile pittorico, la Bellezza e in Simbolismo. E’ interessante analizzare il sottotitolo che si è voluto dare : “L’utopia della bellezza”. Con utopia si intente una sorta di aspirazione, di speranza irrealizzabile. L’esposizione può essere un omaggio a quel gruppo di artisti intenzionati a riformare l’arte invocando un ritorno al Quattrocento e ad una nuova bellezza che uscisse fuori dai rigidi canoni del periodo classico. La Confraternita si è posta l’obiettivo di riportare alla luce le vesti e i costumi di un immaginario passato. Segnando così una riconciliazione tra vita, arte e bellezza. Le tecniche di pittura prevalentemente utilizzate sono le tempere ad olio, l’inchiostro e gli acquarelli.
OPHELIA
Forse il quadro più rappresentativo e iconografico di questo movimento artistico è “Ophelia” di John Everett Millais. Molti quadri dei PreRaffaelliti prendono spunto dalla letteratura, dalla poesia e dalla Bibbia. Ophelia, soggetto tratto dall’Amleto di William Shakespeare, cade dalla sponda di un fiume mentre raccoglie dei fiori. La resa pittorica è una delle più dettagliate e precise. Ogni linea dona al quadro una naturalezza verosimile. Non dobbiamo dimenticare che la progressione nel campo della scienza e della botanica contribuirono ad un ottimo risultato finale. Proviamo ad immaginare il dipinto senza la ragazza nel ruscello. Ecco, proprio così si presentò prima che il pittore decidesse di aggiungerla in un secondo momento. La donna rappresentata è Elisabeth Siddal, futura moglie di Dante Gabriel Rossetti e modella di professione, la quale posò per un lungo periodo immersa in una vasca piena d’acqua riscaldata da delle semplice lampade e candele. Molti sono gli oggetti simbolici nei quadri dei pittori del XIX secolo. In questo abbiamo: il salice piangente simbolo di un amore abbandonato, le margherite galleggianti rappresentano l’innocenza, le viole sul corpo di Ophelia simbolo di fedeltà e morte giovanile, il papavero rosso con i sementi neri in rappresentanza del sonno e della morte.
|
Sono molte le opere esposte alla mostra, ma tutte con un unico denominator comune: rappresentare la bellezza come un tutt’uno tra arte, vita e poesia. Un esempio lo si può notare nella “Beata Betrix” di Dante Gabriel Rossetti. Il quadro rappresenta l’allegoria dell’amore. Il pittore descrive la scena di Beatrice Portinari come se fosse in un momento di preghiera. Le mani poste una sopra l’altra alludono forse al rito della comunione. Dietro la donna si scorge la figura di Dante con la lunga tunica rossa. Egli tiene in mano una flebile fiamma in rappresentanza della morte prematura di Beatrice. L’artista raffigura la protagonista con le sembianze di Elisabeth Siddal. E’ interessante notare come Rossetti associ la figura della amata di Dante a quella della consorte di Gabriel Rossetti. Anche qui abbiamo delle rappresentazioni simboliche. L’uccello color rosso (probabilmente una colomba dato che Elisabeth veniva chiamata “la colomba”) simboleggia l’amore, che porta nel becco un papavero giallo. Da esso si può ricavare il laudano, quello con cui Lizzy, così chiamata comunemente, si tolse la vita.
Gli artisti principali del movimento dei PreRaffaelliti sono:
- Dante Gabriel Rossetti
- John Everett Millais
- Ford Madox Brown
- William Morris
- Arthur Hughes
- Willam Hunt
L’arte dei PreRaffaelliti si colloca tra il periodo classico e quello moderno. Essi ci portano, attraverso i loro quadri in un passato lontano raccontandoci la storia. Ma che cosa ci ha lasciato, ai giorni d’oggi, questa rivoluzione di arte? Nella moda, nel cinema e nella musica abbiamo dei riferimenti. Pensiamo ai film di Tim Burton come “Edward, mani di forbice” o “La sposa cadavere”. Tutti collegati in qualche modo a questo stile un po’ gotico e vittoriano. Peraltro fu proprio la regina Vittoria che dopo la scomparsa del marito, lanciò questa moda degli abiti lunghi e capienti. Una caratteristica comune a tutti i quadri è che tutti i soggetti rappresentati erano modelli professionisti, i quali posavano per la resa dell’opera.
IL PAESAGGIO
Anche rappresentare paesaggi esprimeva al meglio il sentimento dell’arte. La Confraternita dei PreRaffaelliti (nata nel 1848) dipingeva “en plain air”, che tradotto letteralmente vuol dire “all’aria aperta”. Difatti gli artisti dipingevano fuori, proprio per cogliere tutti i più piccoli dettagli della natura. Le conoscenze botaniche erano dalla loro parte. Non dimentichiamo che proprio nel 1859 venne pubblicato in Gran Bretagna il libro di Darwin sull’orine della specie.
Un esempio è il dipinto di Ford Madox Brown – “Il campo di fieno”. La giornata lavorativa in campagna e finita. In primo piano possiamo vedere un carro trainato da cavalli che offre un passaggio a casa a dei bambini rimasti lì. Il quadro parla da sé. Il momento del crepuscolo è giunto e gli operai si ritirano. In basso a sinistra c’è un uomo seduto intento ad osservare il paesaggio. Probabilmente egli è il pittore, lì per testimoniare la sua presenza.
Commento e/o riflessione personale.
La mostra ha soddisfatto pienamente i miei gusti. Solitamente io non vado spesso nei musei, ma questa volta mi ci ha fatto tornare per ben due giorni. Grazie alle audio-guida sono riuscito a scoprire tutti i dettagli e le peculiarità che si trovavano all’interno delle opere. Le luci e le ombre così verosimili e studiate rappresentano il mio modello ideale di pittura. Una buona opportunità per conoscere un periodo della storia dell’arte a me sconosciuto. Inoltre penso sia un onore avere qui a Torino delle opere provenienti dalla Tate Britain di Londra. Un altro scorcio di arte che illumina ancora il nostro paese.