ANNI spietati

di Karim H.Haghighi
III Liceo Classico Liceo N. Rosa, Susa

Rivoli lancia un chiaro messaggio a tutti i cittadini italiani: non dimenticare la storia che non hai vissuto…
La mostra, allestita in un contesto così all’avanguardia quale il castello della città e la sua galleria d’arte moderna, si riferisce ai tragici anni neri della nostra repubblica, quelli delle stragi, delle gambizzazioni e degli attentati commessi in Italia tra gli anni sessanta e gli anni ottanta.
Sono sette gli artisti selezionati tra le nuove generazioni per promuovere l’iniziativa. Ricordando la tensione del tempo, la paura delle persone, la violenza delle stragi, la mostra si sofferma sulle tristi pagine dei giornali di quegli anni, ripercorrendo casi della storia italiana rimasti irrisolti per la mancanza di ricostruzioni univoche e l’indicazione dei mandati e degli esecutori materiali delle stragi.
Ed è proprio la necessità di un impegno intellettuale davanti alla realtà politica e sociale circostante a ispirare : “La genealogia di damnatio memoriae”, il progetto realizzato dal duo artistico Goldiechiari (Sara Goldschmied, Arzignano, Vicenza,1975; Eleonora Chiari, Roma, 1971).
L’opera consiste in tre alberi ad alto fusto che si estendono verso la sommità della stanza, sui quali le artiste incidono con grafia solenne una lunga cronologia che si riferisce a stragi accadute in Italia tra il 1969 e il 1980.
Il terzo albero si specifica su Torino, riportando un elenco di omicidi di matrice terroristica commessi nella città piemontese fino al 1982.
L’ utilizzo dell’ albero come “albero genealogico” su cui sono incise date e nomi che inevitabilmente si intrecciano l’un l’altro come il diramarsi dei rami dell’arbusto, pongono al centro dell’attenzione il tema della fugacità del tempo.
Gli anni passano lentamente e inesorabilmente, come le foglie secche cadute sul pavimento adiacente agli alberi e che solitarie sono sparpagliate per tutto il castello da sporadiche folate di vento.
La dignità della memoria e la crudeltà dell’oblio che non cessa di infierire sulle vittime ispira il titolo dell’opera.
Damnatio memoriae è infatti locuzione latina usata dagli antichi per indicare la tradizione di cancellare ogni possibile traccia relativa a persone non più gradite al potere.
Completano l’esposizione gli oltre trenta “dispositivi di rimozione” appesi sulle pareti della stanza in cui è collocata l’opera. Trattasi di una serie di collage, in ciascuno dei quali il duo artistico giustappone fotografie delle strade, ritagliate dai giornali dell’epoca, a immagini di donne nude e seminude.
Il bianco e il nero dei giornali diventa lo sfondo delle pose provocanti delle fanciulle, che possono risultare seducenti o offensive, ma che inevitabilmente catturano l’occhio dello spettatore obbligandolo a rivivere ancora una volta quei tragici fatti di cronaca nera.
L’opera resta comunque solo uno dei tanti capolavori esposti alla mostra, che è necessario visitare per comprendere la vita nell’Italia del tempo ,chi fossero gli italiani di allora ma soprattutto per comprendere l’ Italia di oggi.

CALEDARIO INCONTRI E APPUNTAMENTI APERTI AL PUBBLICO SCATURITI DALLA MEDIA PARTNERSHIP CON “RAI 150° – LA STORIA SIAMO NOI” CHE SI TERRANNO PRESSO IL TEATRO DEL CASTELLO DI RIVOLI:

Sabato 13 ottobre Morire di politica

Sabato 20 ottobre Eroi come noi, Carlo Casalegno

Sabato 10 novembre Eroi come noi, Walter Tobagi

Sabato 17 novembre La strage di Bologna

LINK UTILI:

Castello di Rivoli

GLI ANNI SCURI – Informazioni giovani

La storia siamo noi

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