a cura di Enea Barberis Jalla 4^Bs
Giovedì 18 ottobre 2012, alcune classi dell’Istituto d’Arte Aldo Passoni, si sono recate a Milano, per avere la possibilità di ammirare le opere dell’artista Picasso, in mostra temporanea a Palazzo Reale e la Pinacoteca di Brera.
La mostra su Picasso.
Le opere relative alla mostra su Picasso, sono state prestate, per l’occasione, dal Museo Nazionale Picasso di Parigi.
Disposte in ordine cronologico, le creazioni dell’artista formano un percorso che narra la sua storia, la sua evoluzione spirituale, e i concetti più rilevanti del suo pensiero.
Appare subito evidente il disprezzo di Picasso nei confronti delle guerre e dei loro perpetratori, sentimento che lo accompagnerà per tutta la vita.
Se vogliamo avere dei riferimenti pratici sulle sue opinioni in merito a questo argomento, possiamo riferirci principalmente a due opere, particolarmente emblematiche.
L’opera “Guernica”, intendeva rappresentare in modo impressionante il dolore delle donne, che vivevano nell’omonima città distrutta dai nazisti nel 1937, durante la guerra civile spagnola, di fronte ai corpi spezzati dei loro figli.
L’opera “Massacro in Corea”invece, si pone chiaramente come una critica nei confronti dell’operato delle truppe statunitensi durante la guerra di Corea (1950 – 1953), tanto che essa non venne esposta in una mostra a Roma in quegli anni, proprio per evitare di compromettere i rapporti Italia – USA, che si erano precariamente istaurati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Le opere di Picasso rappresentano molto spesso il suo stato d’animo e, non di rado, le condizioni in cui egli versava quando ha dato alla luce la sua creazione.
Del cosiddetto “periodo blu”, possiamo ammirare dipinti che emanano un certo senso di disperazione, sia per quanto riguarda i soggetti che ritraggono, sia per il modo in cui essi vengono ritratti. Infatti, proprio in questo periodo, Picasso avrà dei seri problemi economici, a causa del fatto che le sue opere sono considerate troppo crude, e non hanno quindi successo sul mercato.
Con il “periodo rosa” abbiamo ovviamente cambiamenti positivi nella vita dell’artista: si trasferisce a vivere a Parigi con Fernanda, la sua amante, la sua carriera migliora notevolmente, e inizia a ritrarre saltimbanchi e personaggi connessi al circo, ambiente questo, che eserciterà sempre un profondo fascino su di lui.
I suoi primi pensieri rivolti al cubismo, si possono far risalire alla visita ad un cantiere archeologico in Spagna, tra il 1906 e il 1907.
Da questo momento il suo modo di dipingere inizia a cambiare nuovamente, infatti Picasso ritrae i suoi soggetti con minor dovizia di particolari, comportamento che andrà sempre più accentuandosi, portandolo allo stile cubista che tutti conosciamo.
Picasso sembra noto, in molti frangenti della sua esistenza, per la sua mancanza di stabilità.
Infatti, nemmeno questo nuovo traguardo è quello definitivo, in quanto la sua arte continuerà ad evolversi fin quasi alla sua morte.
Passiamo quindi al cubismo analitico del quale, più che degni rappresentanti sono i dipinti “Uomo con mandolino” e “L’uomo con la chitarra”. A questo punto, le figure vengono definitivamente rappresentate da tutti i lati, caratteristica che ha reso Picasso, se possibile, ancor più famoso.
Da tenere presente è il fatto che benché siano stati definiti diversi periodi in cui collocare le opere di questo artista, è frequente trovare opere con una datazione simile, ma appartenenti a periodi artistici differenti.
A partire dal 1920 abbiamo il “ritorno all’ordine”, in cui tutti gli artisti ritornano a temi più tradizionali, ma già dal 1925, Picasso inizia ad interessarsi al surrealismo, da cui produrrà dipinti che sono stati definiti mostruosi dai critici (a ragione).
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, le condizioni emotive, che hanno così tanto caratterizzato l’operato dell’artista, peggiorano notevolmente, portando alla scomparsa del colore e al presentarsi di figure morte nei suoi dipinti.
Nel 1955 si trasferisce in Costa Azzurra.
I pittoreschi paesaggi di quel luogo contribuiscono a migliorare considerevolmente la sua visione della vita, non più grigia e depressa ma luminosa.
Picasso trascorrerà qui gli ultimi anni della sua vita.
La Pinacoteca di Brera.
La Pinacoteca di Brera raccoglie opere dei più importanti artisti della storia italiana.
Sarebbe impossibile descrivere accuratamente tutti i quadri che hanno lasciato estasiati i nostri giovani intelletti, pertanto, l’umile redattore del presente testo, si vedrà costretto ad elencare solo quelli che, sopra gli altri, hanno affascinato gli studenti tanto da provocare in loro un sentimento di pura venerazione nei confronti dell’autore.
Molte delle opere viste, erano state da noi studiate da un punto di vista teorico.
Curioso è il fatto che, dai libri, le opere d’arte appaiano in qualche modo eccessivamente intangibili, forse addirittura irreali.
Siamo pertanto tutti più che lieti di aver avuto la possibilità di ammirare dal vero simili testimonianze della perizia umana.
Nulla ha superato le nostre aspettative come l’opera “Lo sposalizio della Vergine” di Raffaello, artista che, a nostro dire, ha ampiamente superato il suo maestro.
Di poco inferiore è stata la nostra meraviglia alla vista di un’opera divina quanto “Il Bacio” di Francisco Hayez, dove la sensualità emanata dall’abbraccio dei due amanti, attrae inevitabilmente lo sguardo rapito dello spettatore.
Per concludere, davvero impressionante è stato l’effetto ottico prodotto dal quadro “Fiumana” di Giuseppe Pelizza da Volpedo, che da’ allo spettatore l’impressione di essere davvero travolto da un fiume di persone.
Gli studenti del Liceo Artistico – Musicale – Istituto d’Arte “Aldo Passoni” di Torino che hanno partecipato all’uscita didattica, si uniscono nell’affermare che i piccioni milanesi presentano un comportamento anomalo in merito alla loro eccessiva propensione a “volare basso”, incuranti delle teste dei passanti che non di rado vengono a trovarsi sulla loro rotta.
Si suggerisce uno studio accurato sull’argomento.
Sito : Mostra di Picasso a Milano
Sito : La Pinacoteca di Brera
direi che enea ha superato se stesso nel redarre questa relazione, grazie alla prof.ssa testa per la correzione. Liliana M