Paesaggio Costituzione Cemento, la battaglia per l’ambiente contro il degrado civile, Torino, Einaudi, 2011
di Viola Cappelli – Classe 2°
del I Liceo Classico – Norberto Rosa Susa
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Attorno all’articolo 9 Salvatore Settis sviluppa uno degli spunti di riflessione che più devono coinvolgere ogni cittadino che si ritenga tale: la presenza di questo principio nella nostra Costituzione è testimonianza del forte legame tra ogni italiano e il patrimonio artistico e naturale della propria Nazione, sancito come dovere e diritto imprescindibile, saldamente ancorato alle radici più profonde del nostro modo di essere e di agire, che coniuga scienza, azione, natura, arte. Saggiamente Settis, scrupoloso osservatore, evidenzia la mancanza di attualizzazione di questo articolo nei comportamenti delle autorità e di una certa parte di popolazione: il declino morale dell’Italia di oggi, la corruzione dilagante, la disinformazione, l’indifferenza al ruolo della mafia nell’economia e nella politica sono inestricabilmente legate al degrado e alla disattenzione ambientali e artistiche nel nostro paese. Settis fornisce un collegamento fondamentale per comprendere le dinamiche di questo paese e per riuscire a migliorare le cose: affermare che la tutela non rientra nei bisogni più urgenti da soddisfare vuol dire preferire l’individualità alla collettività, mettere la testa sotto la sabbia facendo finta che vada tutto bene, arrendersi alla menzogna e all’illegalità, quelle stesse che promuovono corruzione, evasione fiscale, raccomandazioni. L’ambiente e l’arte rappresentano l’identità personale e storica di ognuno e in quanto tali ognuno ha il diritto di tutelarle e di sentirle proprie: questa è l’unica soluzione che può risolvere i problemi di questa Italia, la partecipazione attiva. E’ necessario riappropriarsi del diritto di cittadinanza ed evidenziare tutte le contraddizioni tra la costante modernità della Costituzione e la feudalità di chi cerca di raggirarla e ignorarla. Il discorso formulato da Settis sul bene comune permette di leggere fra le righe un concetto centrale, quello della misura, della moderazione: il cemento citato nel titolo sta ricoprendo tutto con dissennatezza, senza tener conto di nulla se non del profitto, si evince da ciò che costruire per Settis non è ammassare edifici di cemento l’uno sull’altro con rapidità e incuranza ma è valutare attentamente, rinnovare proteggendo i beni che già si hanno, procedere con calma e assennatezza, spinti da un sentimento di coesione e di coinvolgimento.
L’arte per Settis ha valore inclusivo e sociale: include, permette di abbattere le differenze sociali poiché di fronte ad un monumento, ad un opera d’arte, siamo tutti uguali e tutti possiamo imparare. La tutela quindi diventa una delle vie attraverso le quali poter emanciparsi e distinguersi dal degrado che riguarda ogni aspetto della società. Settis cita Seneca: “Sa indignarsi solo chi è capace di speranza”: coloro che lottano per il territorio, per l’arte e per un’Italia diversa rappresentano una parte importante della popolazione, una foresta che cresce in silenzio e che sempre di più acquista consapevolezza del proprio ruolo, solo coloro che sanno indignarsi sono veri cittadini.