di Enea Barberis Jalla 3^Bs (ex. 2^Ds)
L’anno scorso noi studenti dell’Istituto d’Arte Passoni, abbiamo avuto la fortunata possibilità di partecipare ai concerti nell’ambito del calendario di Linguaggi Jazz, gentilmente offerti dal Centro Jazz. Questo ci ha permesso di ampliare le nostre conoscenze verso un genere musicale variegato e in continua evoluzione, e di trascorrere piacevoli serate arricchendo contemporaneamente la nostra formazione scolastica.
Abbiamo imparato che partendo dalla tradizione nera che gli ha dato i natali, il jazz si è evoluto fino a raggiungere forme ritmicamente differenti, prese in considerazione ed elaborate da molteplici correnti di pensiero, senza tuttavia mai dimenticare le sue origini. Ogni autore che ha aderito a questo genere, lo ha ampliato dandogli la sua interpretazione; così facendo ha donato al pubblico una musica che non potrà mai essere considerata passata ma sempre attuale, visto che essa continua a rifiorire senza mai arrestare la sua vita.
Nei numerosi concerti a cui abbiamo assistito ci sono stati presentati vecchi brani rieseguiti, ma anche brani nuovi, che sono stati realizzati da autori che hanno studiato a fondo il jazz e le sue ramificazioni più recondite, continuando ad alimentare uno stile che non può estinguersi, in quanto espressione del desiderio umano di libertà e indipendenza.
Ad un ascoltatore poco abituato può tuttavia risultare difficile identificare nel jazz odierno un’evoluzione di quello della prima metà del ventesimo secolo, in quanto l’evolversi di questo stile ha portato in alcuni casi ad una parziale perdita della continuità melodica, sostituita da un confondersi di melodie apparentemente diverse, che danno tuttavia una piacevole impressione d’insieme.
Gli ultimi concerti sono quelli che ho apprezzato maggiormente.
Silvia Cucchi con il suo trio, ha presentato una serie di brani di sua composizione, che riguardavano capitoli importanti della sua vita; Gegè Telesforo ha mescolato la musica eseguita dal suo quintetto, con un caldo rapporto con il pubblico; infine Bill Frisell ha presentato una serie di brani derivati dal country e dal jazz, i quali hanno riscosso un notevole successo.
Ritengo di straordinaria importanza per i giovani avere la possibilità di sviluppare la passione per questo genere musicale, perché penso che possa diventare parte integrante dei programmi scolastici. Desidero quindi ringraziare il Centro Jazz per la possibilità che ci ha dato, ed il professor Marco Basso per l’averci indirizzati allo studio di questo linguaggio.