La straordinaria natura della Venaria Reale : Il giardino delle sculture fluide di Giuseppe Penone

di Martina Ciorciari & Serena Porcelli 3^D
del Primo Liceo Artistico Statale di Torino

L’artista torinese di fama internazionale Giuseppe Penone, esponente dell’arte Povera, il movimento artistico nato negli anni Sessanta in Italia e basato sull’utilizzo di materiali “poveri”, sia naturali e organici  sia industriali, ha eseguito dal 2003 al 2007 la creazione di una delle opere contemporanee più significative e ampie nel suo insieme: il complesso di opere, situato nel Parco Basso della Residenza sabauda Venaria Reale, è composto da una decina di installazioni. L’artista ha avuto a disposizione per le sue sculture la parte del parco progettata da Amedeo di Castellamonte e ne ha mantenuto la suddivisione secondo lo schema dell’architettura barocca. L’impressione che si ha è di trovarsi in un museo a cielo aperto, composto da varie stanze, ognuna delle quali ospita un’opera differente,  divisa dalle altre da file di tigli e di betulle.
Le sculture si basano sulle forme naturali degli alberi, delle pietre, si ispirano alle forza della natura, alla relazione tra l’uomo e la natura e al concetto di mutamento della materia nello scorrere del tempo.
Il messaggio che dobbiamo cogliere da questo giardino è quindi quella di “una costruzione dove l’intervento dell’uomo sulla natura non ha un fine economico ma estetico, simbolico, culturale, sottolineato nella disposizione spesso geometrica della vegetazione“, come dichiara Penone nel libro dedicato all’opera.
Per creare queste forme plastiche, l’artista ha studiato l’energia che i vari elementi naturali esprimono e li ha composti secondo un ordine innaturale : ad esempio, nell’opera La forza naturale della crescita dell’albero si contrappone alla bizzarra collocazione del masso, adagiato sul tronco, la verticalità che solitamente esprime un albero; l’energia che esprime ora è fluida, malleabile e flessibile, anche se completamente innaturale.
L’opera collocata all’ingresso del parco, Tra scorza e scorza evidenzia subito l’idea di scultura che propone l’artista all’interno di tutte le sue installazioni : una corteccia in bronzo racchiude un albero, un frassino per la precisione, lo avvolge e lo protegge. Con il tempo, il frassino occuperà questo spazio e il calco bronzeo modellerà la naturale forma dell’arbusto. “Lo spazio del contatto“, come definisce lo stesso Penone, “è lo spazio tra l’acqua ed il bicchiere, è lo spazio che occupa il bronzo nella fusione, lo spazio del confine, della identità che si fissa per un istante se è un battito di ciglia, per secoli se è una fusione in bronzo.”
Disegno d’acqua è una fontana di grandi dimensioni di granito nero, collegata ad un dispositivo elettronico che si aziona ad intervalli regolari e genera bolle d’aria risalenti dal fondo che creano un’impronta digitale sulla superficie dell’acqua. L’artista ci stimola  alla riflessione, riportando la relazione tra la superficie del fluido, che rappresenta la “pelle” in natura, e la pelle dell’uomo e le impronte digitali che lascia.

Collocate nello stesso riquadro di terreno, Anatomia e Pelle di marmo esprimono la vitalità peculiare del marmo. La scultura, un blocco di marmo scolpito su due facce, fa emergere la struttura delle venature del marmo, che compongono una vera e propria anatomia della pietra. Le lastre di marmo bianco di Carrara, che compongono la seconda opera, presentano lievi incisioni tramite la tecnica del bassorilievo. L’intento è di creare un’ analogia tra la “pelle” del marmo e l’epidermide dell’uomo.

L’opera Direzione verso la luce è composta da un albero di bronzo e da un masso adagiato tra i suoi rami, l’effetto è totalmente innaturale, però il contrasto crea un rapporto tra l’energia naturale di crescita dell’albero (verticale verso l’alto) e la forza del peso che spinge verso il basso.

Il giardino con ognuna delle sculture di Giuseppe Penone invita ad una riflessione non solo dal punto di vista visivo e compositivo, ma anche per quanto riguarda il pensiero e lo studio poetico che si cela dietro ogni opera che appare semplice e si rivela geniale, che sembra statica ma in realtà si trasforma con il passare del tempo e delle stagioni; il verde che circonda il parco pone una naturale continuità con le opere, in uno spazio non troppo definito se non dai confini naturali del parco, ma ricco di luce e colore.

Fonte immagini : http://www.architetturadipietra.it/wp/?p=2074

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