di Pierangelo Blandino
della Classe III del Liceo Classico – Liceo N. Rosa Susa
Mostra a Copenhagen dal 24 Settembre 2011 al 31 Dicembre 2011
Il titolo scelto dai curatori per questa mostra rimanda alla sottile corrispondenza tra la realtà polinesiana dell’Ottocento e l’interpretazione di essa fornita dalle opere di Gauguin.
Attraverso un percorso che comprende oltre 110 elementi tra quadri, sculture polinesiane e quaderni di appunti dell’artista, il visitatore viene proiettato in una dimensione ancestrale in cui riesce a percepire le sensazioni e gli spunti provati da Gauguin stesso durante i suoi intensi soggiorni in regioni del globo non ancora raggiunte dall’industrializzazione. Gauguin decise di intraprendere questi viaggi al fine di ristabilire il perduto rapporto con la natura compromesso dall’avvento del progresso nella società occidentale e, per realizzare il suo scopo, eliminò ogni elemento superfluo dalla sua arte con l’intenzione di esaltare la naturalezza e la genuinità dei suoi soggetti.
Tra tutte le opere esposte, secondo me, quella in cui tale prerogativa emerge immediatamente e’ “Vahine no te tiare” nota nella traduzione “Donna con fiore” dal momento che l’artista, avvalendosi di espedienti quali l’utilizzo di colori principalmente primari e la bidimensionalità, è riuscito a restituire all’osservatore un bagaglio di significati legati alla sfera del primitivo, nettamente in contrasto con i canoni della società borghese dell’epoca.
Visitando il museo di domenica e considerata la grande affluenza di visitatori di ogni età mi è stato possibile vedere che Gauguin sia riuscito a perseguire uno degli obiettivi annotati in uno dei diari presenti nel percorso espositivo, il voler “rappresentare lo splendore”.