Mercoledì 4 ore 18 inauguriamo i gioielli di giansone a Palazzo madama. Felice di rivedervi
Curatore della mostra il Prof. del LAP Marco Basso
foto di Erika Valló di 4E
Mercoledì 4 ore 18 inauguriamo i gioielli di giansone a Palazzo madama. Felice di rivedervi
Curatore della mostra il Prof. del LAP Marco Basso
foto di Erika Valló di 4E
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Vi ringrazio per la partecipazione e l’interesse, e vi lascio il testo che ho scritto per la esposizione della Galleria Il Ponte
La tecnica incisoria della xilografia si assopisce dopo aver raggiunto il suo apice nel Rinascimento, per risvegliarsi dal lungo sonno, solo alla fine dell’Ottocento.
In particolare in Italia, nella prima metà del Novecento, la xilografia conosce un livello qualitativo davvero importante grazie a Arturo Martini e Felice Casorati, punti fermi in un percorso che aveva dapprima toccato le corde della eleganza propria del liberty e successivamente, ben interpretata da Lorenzo Viani e Emilio Mantelli, l’efficace ruvidezza espressionista.
Nel contesto dell’opera xilografica, Mario Giansone assume per le sue indubbie caratteristiche un ruolo singolare grazie a indole e personalità, proiettandosi tra i protagonisti di quest’arte nobile e versatile. Per merito della sua maestria tecnica e raffinatezza, con tenacia e pazienza lavora su legni di durezza assoluta e dimensioni assolutamente inconsuete. Non può che destare ammirazione il suo sforzo applicato a legni che gli richiedono il costante controllo dei propri mezzi espressivi e quella manualità pratica che, con eguale impegno e dedizione, lui trasferisce dalla sculture all’incisione. Rigore e perizia sono alla base della realizzazione di queste creazioni: la xilografia, difficile e splendida tecnica al tempo stesso, valorizza al massimo l’elemento lineare che risulta essere anche l’elemento di partenza delle teorie modulari e delle tangenti elaborate dal maestro torinese.
I temi delle opere esposte alla Galleria Il Ponte rappresentano tre tipologie di soggetti: la teoria modulare, la guerra e il jazz. Tutte tracciano, attraverso una narrazione fatta di figurazioni gremite di immagini, un complesso intricato di simboli e segni che spingono a cercare o la rigorosa evoluzione di una forma applicando la teoria modulare o i puntuali riferimenti iconografici alla sceneggiatura della battaglia e di frenetici passi di danza istigati dal ritmo dello swing. Sempre comunque i temi scelti traducono l’intensa vita spirituale e interiore che percorre il maestro.
Giansone con il suo lavoro giunge così a ravvivare le sorti delle incisioni, indicando in esso una avanguardia possibile che fugge da facili astrattismi. Piacevolezza e dramma si alternano nelle xilografie, il taglio piatto dei vuoti e l’utilizzazione del supporto ligneo permettono di esprimere tutto il fascino dell’effetto plastico; poiché non è possibile modulare il chiaro scuro, ogni immagine è giocata sul contrasto dei bianchi e dei neri. Si rimuove il legno con le sgorbie dalle parti che devono restare bianche: restano in rilievo solo le parti da inchiostrare. Dalle diverse lastre lignee, si osserva la predilezione di Giansone per il tratto: sottile o ampio che sia, risulta comunque avvolgente. Libertà e immediatezza sono alla base del suo gesto, capace di liberare scavando nel legno, energia pari a quella della battaglia o del dinamismo di un passo di ballo o della creatività del “a solo” di un orchestrale jazz.
Un importante valore aggiunto è poi dato dall’uso di carte ricercate, preziose, sempre capaci di una resa e di effetti unici. Altra potente suggestione per le numerose xilografie che, esasperando con vigore il contrasto fra il bianco della carta ed il nero dell’inchiostro, offrono immagini di notevole intensità.
Il piacere di questa esposizione è potersi soffermare a osservare le opere per apprezzare compiutamente la qualità tecnica e il risultato estetico ottenuto da esse. Poterle ammirare tutte insieme, poi, è un’occasione davvero speciale perché viste come un organismo unico, godono di una rinnovata vitalità.
Marco Basso
grazie al prof. Basso
grazie a te e alla vostra attenzione! penso che il blog sia un grande mezzo , ma che non riuscioamo ancora a renderlo vivace come desidereremmo!
purtroppo hai ragione, ci partecipano ancora pochi insegnanti, eppure è una reale vetrina di tutto il nostro lavoro e documenta le iniziative del LAP. Io non smetto di investirci, ogni anno si aggiunge qualche collega; per alcuni è diventata una abitudine di “comunicazione” e socializzazione…e poi ci visualizzano in molti!