Notizie da LAZZARINI 5H dal Belgio per il progetto Intercultura
Il tempo passa così velocemente che sono già trascorsi più di 2 mesi, per la precisione 68 giorni, è sempre tutto così nuovo e un po’ disorientante anche se vivo qua da un po’. La scuola continua e la stanchezza ormai è costante, ma non ci faccio quasi più caso, quando si sta vivendo un’esperienza così è bello essere stanchi perché vuol dire che stai facendo qualcosa, ti stai dando da fare. Sto vivendo ciò per cui ho lottato per un anno e mezzo tra concorsi, documenti, incontri, insicurezze e decisioni che a volte sembravano più grandi di me. Vi potreste chiedere se valeva davvero la pena tutto questo sforzo e i sacrifici che comporta tra scuola e amici, ma la mia risposta è SÌ assolutamente Sì! È qualcosa di cui abbiamo bisogno per crescere, sento che il tempo e ogni piccola decisione di ogni giorno, anche solo parlare sempre un’altra lingua, scolpiscono la persona che sono. Sto imparando a riconoscere quello di cui hanno bisogno gli altri senza bisogno di molte parole, i pregiudizi si sgretolano e io stessa ne smentisco perché molti hanno un’idea sbagliata dell’Italia e degli italiani. Sto imparando a non aver paura di chiedere e di condividere qualcosa, non bisogna pensare sempre che siano gli altri a dover venire da te (anche perché qua lo fanno molto raramente tanto sono “freddi”) ma molte volte se si fa il primo passo si scoprono persone che non ti aspettavi. Ognuno sta combattendo la sua battaglia e non si può mai sapere quanto sia importante, bisogna entrare nella vita delle altre persone in punta di piedi. Ogni giorno è un piccolo rischio pieno di responsabilità.
Ci si può sentire spesso soli, ognuno organizza per sé i propri impegni e a volte capita che si scontrino e devo cambiare i programmi ma non importa, bisogna essere pazienti e elastici. Anche questa è indipendenza.
Nell’ultima lezione di religione abbiamo parlato di cosa significa per noi credere (la risposta non doveva essere per forza pertinente con la fede) e scegliere delle immagini per spiegare meglio. Ho scelto la foto di una mamma che abbraccia il suo bimbo appena nato perché quando sono arrivata qua mi sentivo come quel bambino e l’istinto mi ha portata a fidarmi delle persone che sono entrate a far parte della mia famiglia, come la mia classe, la famiglia ospitante o gli altri exchange students, perché tutti loro mi stanno insegnando qualcosa sulla vita, a partire dalle prime parole in olandese, ma anche come resistere e andare comunque avanti. Questo ultimo mese sarà il più veloce, il più intenso e il più bello.
A proposito della scuola, siamo andati in un piccolo campo di lavoro e anche se è stato tutto spiegato in olandese l’atmosfera era quella di Auschwitz e le persone che sono state prigioniere qua non hanno sofferto meno che nel campo nazista in Polonia.
Sta mattina per cominciare bene abbiamo organizzato una colazione di classe con la prof 😊 c’erano biscotti frutta brioches al cioccolato e vuote 😁 e caffè